Dall’Ugl a Gianni Alemanno, tutti pazzi per Salvini

Dall’Ugl a Gianni Alemanno, tutti pazzi per Salvini

01 febbraio 2018

Sembra di vivere dentro quel celebre film di venti anni fa dal titolo “Tutti pazzi per Mary” dove al posto di Mary c’è il leader della Lega Matteo Salvini.

Ovviamente lo diciamo con tutto il rispetto sia per l’Ugl che per Alemanno e altrettanto rispetto per Salvini ma non possiamo esimerci, usando rispettosamente la metafora cinematografica, dal constatare, dalle ultime notizie che riguardano il sindacato di via delle Botteghe Oscure e il partito di cui è segretario Gianni Alemanno, come sia l’Ugl che il Movimento Nazionale per la Sovranità, per questo mese rimasto di campagna elettorale, siano ormai ufficialmente schierati con la “Lega per Salvini Premier”.

Andiamo per ordine e leggiamo la notizia battuta dalle agenzie che riporta un comunicato della Lega dove si annuncia la nomina di Claudio Durigon, fino a pochi giorni fa vice segretario generale dell’Ugl, quale responsabile del dipartimento lavoro della Lega.

La nomina – spiega il Carroccio in una nota – arriva all’indomani della candidatura di Durigon nel collegio della Camera dei deputati Lazio Frosinone–Latina e rafforza la collaborazione sul tema del lavoro che vedrà Lega e Ugl protagonisti della prossima squadra di Governo del Paese”.

La notizia viene anche ripresa anche dal sito ufficiale dell’Ugl quindi dobbiamo ritenere che l’accordo raggiunto tra Salvini e Capone un mese fa ha dato i suoi frutti anzi il suo unico frutto, un collegio per il vice segretario che, legittimamente, ha voluto scegliere la politica al posto del sindacato.

Possiamo però avere il sospetto che il sindacato sia stato un mezzo (per Durigon) per scendere in politica? Niente di scandaloso se questa fosse solo una scelta, ripetiamo, più che legittima di voler fare politica e lasciare il sindacato ma non riusciamo a capire come il buon Salvini possa credere che questa candidatura sia in grado di risolvere i problemi del lavoro degli italiani affidandosi e soprattutto fidandosi di un sindacato che in questi ultimi anni ha fatto parlare di se più per le vicende interne e anche giudiziarie che per l’attività istituzionale cui dovrebbe chiamato, la difesa dei lavoratori (vedi la vicenda dei dipendenti Enas).

Ovviamente facciamo a Claudio Durigon i migliori auguri di buon lavoro e aspettiamo di vedere quali saranno le rivoluzionarie proposte che vorrà portare sul tavolo “del governo del Paese” se il centrodestra otterrà la maggioranza dei seggi in Parlamento.

Vogliamo anche sperare che Durigon, co-autore dell’accordo Enas/Acai che sta facendo passare momenti di trepidazione ai suoi dipendenti, vorrà trovare, quando sarà al “governo del Paese”, una soluzione per tutti quei lavoratori dell’Enas che debbono avere almeno sette mensilità arretrate, le competenze dei maturati TFR per gli ex dipendenti e soprattutto dare una risposta al mancato versamento dei Tfr dei dipendenti presso il relativo fondo pensioni.

Per correttezza e per non essere additati come jettatori auguriamo a Durigon di essere eletto ma ci piacerebbe, inoltre, sapere da lui, nel caso rimanesse fuori dal parlamento, se ha intenzione di rientrare in Ugl oppure si troverà un lavoro per sopravvivere? Ovviamente la risposta non la deve dare a noi ma ai lavoratori associati all’Ugl ma coerenza vorrebbe che, in caso di mancata elezione, il Claudio ex Ugl rimanesse fuori dal sindacato.

Passiamo ora ad Alemanno, segretario nazionale del Movimento Nazionale per la Sovranità, che ha addirittura messo nella sua immagine di copertina sul suo profilo Facebook il manifesto di Matteo Salvini Premier ed è riuscito a “piazzare” nelle liste della Lega ben dieci suoi fidati amici provenienti tutti da Azione Nazionale, partito di cui era segretario prima di confluire in MNS, e una candidata proveniente dalla “Destra” di Storace.

Nello stesso giorno il Presidente del partito di cui Alemanno è segretario, Francesco Storace, si è dimesso inviando a Gianni Alemanno una lettera resa pubblica sul Giornale d’Italia accompagnata da un “fondo” che spiega i motivi di questa decisione dettata dalla necessità di fare scelte culturali adatte per “tentare di contagiare di sovranismo l’intero centrodestra”.

A cosa esattamente Storace si riferisca, a quanto scritto dall’ex Presidente della Regione Lazio, lo leggeremo nei prossimi giorni ma queste dimissioni la dicono lunga sui rapporti che corrono, anzi correvano, all’interno del MNS tra Alemanno e Storace e forse quel dieci a uno può far capire meglio perché poi Storace chiude il suo articolo di fondo scrivendo che “prima serve un movimento che crei e provochi dibattito vero. Senza chiedere la carità ad alcuno”.

La lettera di Storace ad Alemanno conclude chiedendo una riflessione sulla necessità di “mantenere in vita un soggetto politico… invece di aderire direttamente e senza vincoli correntizi al movimento di un leader come Salvini…” Parole pesanti la cui portata potrà essere valutata solo nei prossimi giorni.

Rimane il fatto che Salvini è l’unico politico del centrodestra che è riuscito a “scippare” (per il momento) alla Meloni sia il sindacato, ammesso che il sindacato debba “schierarsi”, sia una parte residuale della destra storica ex missina facente capo al partito di Alemanno.

Insomma Durigon e Alemanno rappresentano, volendo utilizzare la metafora del film citato all’inizio di questa riflessione, due dei protagonisti della pellicola, Pat e Norman, che innamorati di Mary (Salvini) raccontano fandonie alla loro amata per farsi scegliere ma alla fine vengono messi da parte perché Mary preferisce Ted (Storace) ritenendolo più sincero e più leale.

Ma quello è solo un film poi come si dice, in amore e in guerra… e anche in politica, aggiungiamo noi, tutto è lecito.