UNINT, finanziamenti-truffa per il GIP; ma ora ci sarà qualcuno che avrà il pudore di dimettersi?

UNINT, finanziamenti-truffa per il GIP; ma ora ci sarà qualcuno che avrà il pudore di dimettersi?

26 gennaio 2022

Si erano indignati, trascinandoci subito in Tribunale. Avevano gridato alla diffamazione, sostenendo che avevamo scritto il falso. Nella citazione in giudizio, avevano negato che Sassate avesse esercitato il diritto di cronaca.
Bene, adesso cos’hanno da dire, visto che c’è stato un GIP che ha accolto le tesi della Procura e della Guardia di Finanza, rinviandoli a giudizio?
Parliamo dei vertici dell’UNINT, l’Universita’ degli studi internazionali: l’ex-presidente del CdA Giovanni Bisogni e l’attuale rappresentante legale e suo successore, Maurizio Finicelli; entrambi finiti formalmente imputati di truffa aggravata per aver fatto finire nelle casse dell’ateneo finanziamenti illeciti per circa 500mila euro.
E il GIP ha anche accolto la richiesta di costituzione di parte civile da parte del professor Angelo Maietta, il docente che con la sua coraggiosa denuncia ha fatto esplodere lo scandalo, dimostrando come fu fatto figurare da “garante” di progetti “fittizi” di cui difatti non aveva mai saputo nulla.
A questo punto, dopo essere andati a rileggerci le sdegnate reazioni sottoscritte a suo tempo dai più autorevoli esponenti dell’UNINT (“non permettiamo e non permetteremo a nessuno di ledere la nostra reputazione”), ci permettiamo umilmente di rivolgere una domanda a Francisco Matte Bon (Rettore), Ciro Sbailo’ (Preside di Scienze Politiche), Alessandro De Nisco (Preside di Economia), Maria Grazia Russo (Preside di Interpretariato e Traduzione), Armando Bonanni (Direttore Amministrativo) e Fabio Bisogni (vicepresidente del CdA): ma nessuno di voi pensa sia arrivato il momento di dimettersi, rinunciando a cattedre e incarichi? Oppure pensate, un po’ protervamente per la verità, che siccome la notizia del rinvio a giudizio di Bisogni e Finicelli non vi riguarda, potete tranquillamente far finta di niente?
A proposito: complimenti vivissimi alla “grande stampa indipendente” che -con l’unica lodevole eccezione del “Corriere della Sera”, peraltro anch’esso querelato- ha bellamente ignorato sia l’inchiesta che il rinvio a giudizio dei vertici dell’UNINT.