L’otto settembre dell’ENAS

L’otto settembre dell’ENAS

22 dicembre 2017

Nemmeno per Natale c’è pace per i lavoratori dell’Enas il patronato dell’Ugl anzi l’ex patronato visto che la community di Capone & Co. ha recentemente firmato la cessione dell’Enas al patronato Acai.

Senza voler tornare sui fatti relativi all’incorporazione dell’Enas dentro Acai e senza dover tornare a parlare delle manovre che si stanno facendo a livello nazionale con i dipendenti Enas sparsi sul territorio nazionale, dobbiamo rilevare che, tra i commenti all’ultimo articolo (i nuovi padroni dell’Enas) pubblicato il 21 dicembre scorso, ci è giunto, questa mattina a firma di “Per fortuna ex dipendente” questo commento:

Notizia dell’ultima ora… entro la fine dell’anno la direzione Enas non si sa che fine farà ne dove sarà…nella giornata di oggi senza comunicazioni ufficiali i dipendenti di via Barberini hanno trovato i traslocatori che si accingevano a portare via i mobili dalla sede. Naturalmente questo avviene nell’ultimo giorno utile di lavoro dell’anno 2017 perché la direzione Enas ha deciso di chiudere nei giorni 27-28-29 dicembre e chissà se entro il 2/1/18 verrà comunicato il nuovo indirizzo. Per fortuna che, come detto più volte, il patronato dovrebbe essere tutelato dal Sindacato sia in materia personale che in materia di sicurezza sul lavoro, contando anche che in quella sede vi è collocato un dipendente invalido.”

Come è nostro costume abbiamo immediatamente verificato cosa stava accadendo presso la sede della direzione generale dell’Enas in via Barberini e abbiamo constatato che effettivamente c’era un via vai di facchini di un’impresa di traslochi che stava portando via mobili e pratiche.

Ovviamente abbiamo anche notato che il silenzio che è stato imposto ai dipendenti presenti ha fatto effetto ma rimane il fatto che i lavoratori, non solo quelli di Roma, non sapevano nulla di questo trasloco.

L’anonimo commentatore ha poi fatto rilevare come ci sia tra i dipendenti anche un invalido e, sempre l’anonimo commentatore, ha puntato il dito verso “il sindacato” carente, a suo dire, di non tutelare i suoi dipendenti anche in materia di sicurezza sul lavoro.

Considerato, inoltre, che la stragrande maggioranza dei dipendenti rimasti in servizio all’Enas è distribuita sul territorio presso le sedi locali abbiamo fatto alcune telefonate e ci siamo resi conto che nessuno ha notizie precise in ordine alla localizzazione dei servizi se non il fatto che dal 1 gennaio prossimo l’Enas è dichiarata “estinta per eutanasia” e che tutte le competenze passano in capo ad Acai.

Alcune considerazioni nascono spontanee nel momento in cui per la prima volta nella storia dell’Enas il periodo che intercorre tra Natale e la fine dell’anno gli uffici della direzione generale rimarranno chiusi (anche perché non ci sono più) senza che attualmente gli operatori che continuano a lavorare sappiano a chi rivolgersi per informazioni e direttive.

Si spera che entro la fine dell’anno questi dipendenti, che stanno vivendo “un’otto settembre sociale”, abbiano qualche informazione sul loro futuro e su come svolgere il loro lavoro. Rimane poi l’incognita dei salari arretrati atteso che l’Enas ha pagato la mensilità di giugno e la tredicesima e che sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo) che entro la fine dell’anno i dipendenti possano ricevere anche lo stipendio di dicembre.

Rimangono scoperti i salari da luglio a novembre oltre la quattordicesima per un totale di sei mensilità che, anche qui il condizionale è d’obbligo, dovrebbe essere rateizzato e pagato da Acai. Insomma l’unica consolazione dei lavoratori, se così si può definire, è il fatto che per Natale almeno il panettone, se non hanno troppi debiti familiari da ripianare, lo possano mettere in tavola per i propri cari.

Tutto questo mentre in via delle botteghe oscure, sede dell’Ugl, la vita scorre tranquilla tra auguri e brindisi come se i dipendenti dell’Enas fossero un corpo estraneo alla confederazione. Non spetta a noi giudicare il processo di accorpamento tra questi due patronati, se non dal punto di vista della garanzia dei dipendenti che debbono ricevere quanto di loro spettanza, ma la cronaca ci impone di raccontare questi avvenimenti.

Sono tanti i dipendenti Enas che ci telefonano e ci scrivono ringraziandoci per il fatto di rendere noti fatti e cose di cui non vengono informati da chi dovrebbe rassicurare i propri dipendenti.

Dispiace scrivere queste cronache, sperando sempre in una smentita (vera) del segretario Paolo Capone che ospiteremmo senza problemi su queste pagine ma dobbiamo rilevare, ancora una volta, come invece di pensare ai lavoratori per eccellenza, i propri dipendenti, in via delle Botteghe Oscure si stiano celebrando i fasti di congressi che faranno sicuramente discutere sulle loro modalità attuative.

Con questo clima i tanti dipendenti dell’Enas ormai, fra pochi giorni, di Acai si accingono a trascorrere quello che dovrebbe essere un periodo di serenità familiare e che invece rappresenta un momento di angoscia dovuta alla cattiva gestione di un ente storico che non meritava la fine che ha fatto.