
Farnesina in subbuglio per la figuraccia dell’ambasciatore Toschi che non ha avvisato gli italiani di Doha della rappresaglia iraniana
Non c’è niente da fare: riusciamo sempre a farci riconoscere. Questa volta è toccato al nostro ambasciatore a Doha, Paolo Toschi. Che mentre tutti i suoi colleghi europei avvisavano con ogni genere di messaggi i propri connazionali dell’imminente rappresaglia iraniana contro gli insediamenti militari USA in Qatar, lui era in tutt’altre faccende affaccendato. E non ha fatto scattare alcun allarme.
Complimenti vivissimi a questo brillante diplomatico caro al cuore di Massimo D’Alema, Dario Franceschini (anche lui e’ di Ferrara) e dell’impareggiabile rappresentante europeo per il Golfo Persico, Luigi Di Maio.
Lui adesso sostiene di non essere stato avvisato e di non avere alcuna responsabilità, ma le sue assicurazioni non hanno placato le proteste e l’indignazione degli italiani che lavorano a Doha.
Non è la prima volta che i comportamenti di Toschi attirano l’attenzione della Farnesina. Dove non sono sfuggite la freddezza e il disinteresse con la quale il nostro ambasciatore accoglie tutte le iniziative collegate al “Piano Mattei” al quale il Qatar sembra invece tenere molto.
“Aggiornamento”
Gentile direttore,
abbiamo letto la nota di “Sassate” del 24 giugno relativa all’azione iraniana del 23 sera in Qatar e contenente una serie di affermazioni. Ci spiace constatare che è del tutto infondata e diffamatoria della reputazione dell’Ambasciata e del Capo Missione; questi i fatti:
L’Ambasciata d’Italia a Doha ha informato il pubblico sin dai giorni precedenti ed il giorno 23 stesso, immediatamente ed in stretto raccordo con l’Unità di Crisi della Farnesina e le altre istituzioni interessate, prima durante e dopo l’attacco, condividendo tutte le informazioni disponibili.
Lo abbiamo fatto attraverso i nostri canali social media, pubblicando contenuti che hanno registrato centinaia di visualizzazioni, sul sito web dell’Ambasciata, con annunci circolati su chat Whatsapp, ed ancora l’app Viaggiare Sicuri – il cui sito web è stato prontamente aggiornato il giorno degli attacchi – e contatti diretti telefonici con connazionali. Tra di essi il solo 23 giugno, giorno dell’azione iraniana, sono stati pubblicati sulle diverse piattaforme 7 allerte crescenti (2 post sito Web, 2 storie Instagram, 2 Facebook, 1 post X), e un allerta Viaggiare Sicuri, che trova tutti allegati.
L’Ambasciata è inoltre rimasta sempre a disposizione dei connazionali attraverso il numero di emergenza ed ha assistito tutti coloro che ci hanno contattati (tra l’azione iraniana e la mattina del giorno dopo abbiamo assistito 57 connazionali che ci hanno contattato). Abbiamo proseguito l’assistenza nei giorni di ieri ed oggi e naturalmente continueremo nei prossimi giorni. Tutto ciò è facilmente verificabile. Rimaniamo comunque a disposizione di tutti gli italiani e impegnati a dare un servizio sempre migliore.
Le saremo grati se vorrà ritirare la nota, che ha contenuto diffamatorio per Ambasciata e Capo Missione.
Distinti saluti,
Ambasciata d’Italia in Qatar
Alfardan Office Tower, 23rd floor 61, Al Funduq St., West Bay Doha, Qatar www.ambdoha.esteri.it |
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Curiosa lettera questa dell’ambasciata italiana in Qatar, in cui non figura neppure il nome del Capo Missione. Forse perché si vergognava di sottoscrivere una missiva in cui tenta di smentire ciò che non è minimamente smentibile. E cioè che mentre tutte le sedi diplomatiche europee avvisavano tempestivamente i propri concittadini residenti a Doha e nel paese arabo dell’imminenza della rappresaglia iraniana, solo la nostra rappresentanza brillava per la sua assenza nelle comunicazioni.
Perché gli allarmi non erano affatto personalizzati come quelli degli altri paesi, ma affidati -e per di più con grave ritardo e quindi praticamente inutili- ai social o ad avvisi buoni solo per chi si trovava in auto.
Caro ambasciatore Toschi, vuole che Sassate pubblichi le chat con le decine di messaggi di protesta mandati dagli italiani che vivono e lavorano in Qatar? Non ha che da chiederlo.
Magari trovando anche il coraggio di firmare una lettera nella quale riesca a spiegare come mai le autorità locali non l’hanno considerata meritevole del medesimo avviso fatto pervenire ai suoi colleghi europei.
Così forse potremmo capire pure il grado di considerazione di cui lei gode a Doha.
LA SASSATA

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