Il Somaliland riconosciuto da Israele: la geografia vince sulla sovranità

Il Somaliland riconosciuto da Israele: la geografia vince sulla sovranità

27 dicembre 2025

C’è un dato che l’Occidente continua ostinatamente a non voler vedere: nel mondo che viene, la sovranità formale conta meno della geografia reale. Il riconoscimento del Somaliland da parte di Israele – storico, dirompente, volutamente provocatorio – lo dimostra meglio di qualsiasi convegno sulla “crisi dell’ordine internazionale”.

Il Somaliland non esiste per l’ONU. Ma esiste per chi conta davvero: chi controlla i colli di bottiglia, le rotte energetiche, le basi militari, i porti. Berbera non è un dettaglio: è una porta sul Mar Rosso in piena tempesta Houthi, è una piattaforma logistica alternativa a Gibuti, è un tassello chiave per la sicurezza israeliana e per il contenimento dell’Iran. Tutto il resto – risoluzioni, mappe, richiami al diritto internazionale – è contorno.

Israele ha semplicemente formalizzato ciò che da anni è già realtà sul terreno. E ora il domino è avviato. Gli Emirati Arabi Uniti, che a Berbera investono, costruiscono e presidiano, sono i candidati naturali a seguire. Anche Washington, soprattutto in un’America trumpiana che ragiona in termini transazionali e non ideologici, osserva con interesse: avamposti strategici in cambio di riconoscimento politico. Realpolitik allo stato puro, senza ipocrisie.

Le reazioni furiose di Somalia, Egitto e Turchia erano scontate. Ma sono anche rivelatrici: chi protesta è chi teme di perdere controllo, influenza o rendite geopolitiche. Non è una difesa della sovranità, è una difesa dello status quo. Uno status quo che sta collassando sotto il peso delle nuove guerre ibride, dei choke point militarizzati e delle catene del valore armate.

Il messaggio è brutale ma chiaro: nel 2025 non vince chi ha la bandiera più riconosciuta, ma chi occupa il punto giusto sulla mappa. Il Somaliland è solo l’inizio. E chi continua a leggere il mondo con le categorie del Novecento rischia di svegliarsi, molto presto, completamente fuori gioco.