
AUTORITÀ PORTUALI: il fallimento di Salvini e Rixi, capaci solo di commissariamenti (privilegiando per di più PD e incompetenti)
Adesso si aspetta soltanto l’ultima conferma dall’Autorità Portuale di Palermo, quando – l’11 Luglio – scadrà il mandato di Pasqualino Monti. Se – come ha già confidato al suo vice Edoardo Rixi – il ministro Matteo Salvini firmerà davvero la nomina a commissario dell’ex-parlamentare europea leghista Annalisa Tardino, non ci saranno più dubbi sulla sconcertante strategia seguita dai vertici del MIT.
Altro che nomine per “merito e competenza”, come sbandierato dal vice-premier in più occasioni. E al diavolo le preferenze del collega Musumeci, del presidente della Regione, Schifani e dello stesso sindaco di Palermo, Lagalla, tutti esponenti della maggioranza di governo, per l’attuale segretario generale Luca Lupi, protagonista – con Pasqualino Monti – della rinascita e del rilancio del porto palermitano e degli altri ad esso collegati (Termini Imerese, Porto Empedocle, Trapani, Gela, Licata). Macché, molto meglio puntare sulla Tardino, soprannominata “la Toninelli della Lega” e che ha candidamente confessato di aver visto il porto di Palermo una sola volta in vita sua. Ottima competenza, insomma.
Ormai, come peraltro dimostrato dalle altre nomine commissariali “regalate” a candidati del Pd (Gariglio a Livorno e Benevolo a Ravenna), Salvini e Rixi sembrano votati più ad una politica di nomine “a dispetto” degli alleati di governo (soprattutto di FdI) che ad un effettivo e complessivo rinnovamento delle 14 Autorità Portuali scadute da tempo e da sempre dominate dalle sinistre di tutte le sfumature.
Per questo c’è ora molta curiosità per vedere le decisioni su Palermo e sugli altri porti più importanti ancora scoperti: per esempio Civitavecchia (dove è ora in corsa il vicesindaco di Pisa Raffaele Latrofa) e Venezia (qui sarebbe favorito Matteo Gasparato).
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