
L’ESTATE BOLLENTE DEL RISIKO E L’AGONIA PROLUNGATA DI NAGEL VERSO IL SUO 8 SETTEMBRE
Quanto potra’ rivelarsi fastidiosa l’assemblea del 21 agosto di Mediobanca, nessuno lo sa.
In mezzo all’estate, con gli avvocati ancora incollati al pc, gli advisor sempre al telefono, i quaranta gradi all’ombra e la comunità finanziaria che ha già chiesto la beatificazione dell’aria condizionata.
Poi gli azionisti, che invece di godersi le bollicine in barca tra la Sardegna e la Grecia sono costretti a monitorare gli ultimi colpi di coda di Alberto Nagel.
A dir la verità il blocco contrario all’offerta di Mediobanca su Generali è andato in vacanza tranquillo, sicuro che il “fronte del no” sia abbastanza solido e che le prossime saranno le ultime settimane di Nagel (che difatti sta trattando una buonuscita di oltre 100 milioni, di cui buona parte sono azioni proprie).
Il governo è bello solido. Vuole portare a termine l’offerta del Monte nei confronti di piazzetta Cuccia e difficilmente l’8 settembre, data fissata per la chiusura dell’operazione, ci sarà da aspettarsi sorprese. In quest’ottica le mosse di Nagel su Banca Generali devono essere contrastate perché la sua offerta prevede in concambio il pacchetto di azioni Generali di proprietà di Mediobanca; ed è chiaro che l’operazione del Monte è proprio per controllare quel blocco che vale il 13%.
Ma che succede se invece il Nagel ferito avrà uno scatto di reni e vincerà l’assemblea del 21 agosto? Probabilmente alcuni illustri azionisti di Generali potrebbero chiamare un’assemblea del Leone, che governa Banca Generali, per esprimersi sull’eventuale adesione all’offerta di Mediobanca.
In quel caso, le azioni Mediobanca in Generali non potrebbero esprimersi per conflitto di interessi e il blocco contrario a Nagel vincerebbe.
E se il 13% di Mediobanca votasse in quell’Assemblea infischiandosene del conflitto di interessi? Allora gli altri azionisti Generali correrebbero al Tar per un ricorso e quindi si andrebbe comunque verso un blocco dell’operazione.
Insomma, Nagel allungherebbe solo la sua agonia.
E mentre buona parte della comunità finanziaria milanese si sta rovinando l’estate dietro a Mediobanca, il più quieto, apparentemente, e sicuramente in vacanza (ci va una decina di volte l’anno) è quel furbacchione di Andrea Orcel. Proprio quando stava per vincere contro il Mef, con l’aiuto della Commissione europea, ha deciso di ritirare l’offerta su Banco Bpm.
Ma tutti già si chiedono: avrà veramente rinunciato alla presa di Milano? C’è chi scommette che lo rivedremo presto nel tentativo di conquistare piazza Meda. Ma prima bisognerà che risolva un problema che si chiama Lega.
LA SASSATA

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