Libia e segreto di Stato: dal traffico di influenze al traffico di “veline” per colpire i servizi

Libia e segreto di Stato: dal traffico di influenze al traffico di “veline” per colpire i servizi

10 agosto 2025

C’è una trama che si ripete ormai con drammatica sistematicità e riguarda l’attenzione che un certo mondo, che qualcuno chiamerebbe “di mezzo”, dedica ai temi di sicurezza nazionale che riguardano il governo.

L’obiettivo e’ sempre lo stesso: colpire Giorgia Meloni e il suo fedelissimo sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata all’attività dei nostri servizi segreti.

E i mezzi per farlo, si da’ il caso, non cambiano mai. E’ infatti dall’insediamento del nuovo esecutivo che sono spuntati siti web e blog online piuttosto opachi, che magari ogni tanto vanno un po’ in letargo per poi tornare a scalpitare quando c’è da colpire la premier attraverso gli uomini più leali allo Stato e alla guida di importanti comparti strategici in difesa della collettività.

Il caso Almasri sta facendo scuola per far capire quanto sia corrotto e manipolato il dibattito politico. Quello del generale delle milizie libiche e’ forse tra i più elementari dossier della storia della Repubblica, perché non ci vuole un genio a capire che la Libia per l’Italia è un tema di interesse nazionale e che, sia a Tripoli quanto a Bengasi, sono presenti competitor e alleati (anche NATO) con un grado di aggressività considerevole in politica estera.

Insomma, non ci vuole molto a capire che ci sono degli equilibri da difendere e mantenere e che il tema dei flussi irregolari di migranti nell’ultimo decennio e’ diventato uno strumento di destabilizzazione esterna.

Così come nessuno degli osservatori sembra portare l’anello al naso, se non qualche sporadico cronista dei media più inquinati dalla sinistra, cioè di quelli che fingono di non ricordare che fu proprio il Pd al governo a firmare i primi accordi con le milizie libiche.

La Libia e’ un Paese con cui bisogna fare i conti, che ci piaccia oppure no.

Ma visto che di fronte a questo assunto nessuno puo’, e sogna, di contraddire il governo, ecco che spuntano i cavilli sul segreto di Stato e i consueti attacchi all’intelligence, che dietro le quinte ha lavorato e tuttora lavora con abnegazione e spirito di servizio.

Fin qui, pertanto, poco male, se non fosse che questi attacchi, sembrano però provenire -appunto- sempre dallo stesso “mondo di mezzo”. Un mondo allontanato dallo Stato, un mondo di ex agenti dei servizi a cui piace rilasciare interviste, un mondo di spie in pensione impegnate a scrivere libri, nonché assidui frequentatori di pseudo giornaliste “graffianti” legate a pezzi della massoneria, oramai passate di moda ma ansiose di tornare alla ribalta.

Il giro e’ sempre quello e non cambia.

Citare i nomi dei blog, dei siti web e di alcuni social account significherebbe fargli pubblicità e non lo faremo. Alcuni di questi hanno però già chiuso bottega, su altri – si vocifera – pendono indagini in corso.

Staremo a vedere.

Intanto, dovesse capitarvi di ricevere il link di un articolo diffamatorio come quello diffuso ieri tra gli addetti ai lavori, il consiglio è: ignoratelo, fate finta di niente, non merita neppure una risata compassionevole…