Il patronato ACAI scarica l’ENAS e lascia i suoi dipendenti senza stipendio

Il patronato ACAI scarica l’ENAS e lascia i suoi dipendenti senza stipendio

15 aprile 2018

Abbiamo trattato già della situazione tragica in cui versano i dipendenti dell’Enas, il patronato dell’Ugl, che non hanno ricevuto stipendi per svariati mesi, si sono visti ritirare dallo stipendio le somme per il TFR senza che queste somme venissero versate nel fondo Cooplavoro, i dipendenti usciti non hanno ricevuto le indennità di fine rapporto.

Questa crisi dell’Enas ha portato l’Ugl a chiedere al patronato ACAI di incorporare l’Enas che, di fatto, è stato sciolto senza che il Ministero del Lavoro, organo vigilante per legge sull’attività dei patronati, ne fosse messo a conoscenza e i suoi dipendenti (dell’Enas) tutti assorbiti nella pianta organica di ACAI. Senza rifare la storia di questa triste squallida vicenda rimandiamo i lettori a quanto da noi scritto il 19 gennaio scorso (leggi qui) dove prevedendo ciò che è accaduto sollecitavamo l’intervento del Ministero del Lavoro per fare chiarezza su tutta questa, poco chiara, situazione.

Da giovedì 12 aprile la situazione è precipitata a seguito dell’intervento del ministero vigilante sugli enti di patronato che ha inviato due missive al neo costituito patronato ACAI-ENAS.

Nella prima missiva datata 5 aprile la dirigente del ministero contesta al neo patronato la carenza di documentazione richiedendo alcuni documenti necessari al fine di permettere al Ministero di approvare, così come previsto dall’articolo 4 comma 2 della legge 152 del 2001, il nuovo Statuto del nuovo ente.

Contestualmente il ministero fa presente ad ACAI-ENAS che “Tenuto conto di quanto previsto dell’articolo 2) dell’atto di fusione, secondo il quale codesto ACAI-ENAS subentra, ai sensi dell’art.2504-bis c.c., in tutto il patrimonio attivo e passivo dell’associazione incorporata…(omissis) nonché in tutte le azioni, ragioni, diritti, obblighi, passività di qualsiasi natura…(omissis), nonché degli atti di diffida e esposti pervenuti, da parte di singoli lavoratori e dal “Comitato per la legittimità”, in rappresentanza di dipendenti ed ex dipendenti del patronato ENAS, questa Direzione generale ha chiesto all’Ispettorato Nazionale del Lavoro di procedere a verifiche presso le sedi ENAS dislocate sul territorio nazionale. Da tali verifiche è emerso che gli operatori di tutte le sedi ove il Patronato svolge la propria attività non percepiscono da mesi le dovute retribuzioni, con ulteriori irregolarità riscontrate in merito al conferimento del TFR.”. La lettera del Direttore generale del Ministero alla fine “intima il Patronato ACAI-ENAS ad adempiere al pagamento delle retribuzioni spettanti ai propri dipendenti nonché, con riferimento al TFR, alla regolarizzazione degli accantonamenti e alla relativa corresponsione”.

Il termine per adempiere a tali “obblighi” è fissato in 10 giorni decorso il quale il Ministero procederà  ad adottare le misure previste dall’art. 16, comma 1, legge 30 marzo 2001, n. 152 per il ripristino della piena legittimità” che tradotto significa il commissariamento dell’ente di patronato.

Il 12 aprile lo stesso Ministero invia una seconda nota facendo riferimento ad un incontro avvenuto con il direttore generale del Ministero del lavoro e il dottor Alfonso Scafuro presidente di ACAI-ENAS dove il Ministero esprime le sue “perplessità” in ordine “alle gravi inottemperanze da parte dell’ENAS” che non era presente all’incontro.

Inoltre il Direttore generale del Ministero parlando dell’atto di fusione dei due enti dichiara che “il relativo procedimento presenta non trascurabili opacità” e che, in assenza dell’approvazione del Ministero del Lavoro “l’ACAI-ENAS non può al momento operare come Patronato”.

Praticamente Acai è una cosa a se stante da ENAS e il risultato di questo pasticcio, provocato dai dirigenti di ACAI e di ENAS/UGL è che il presidente di ACAI-ENAS, Scafuri, ha convocato il CdA, al quale non si presentano i rappresentanti di UGL, comunicando la situazione e infine si è dimesso dalla carica di Presidente del CdA.

Non contento di questo ACAI-ENAS ha pagato gli stipendi solo ai dipendenti ACAI lasciando senza il mensile gli ex dipendenti ENAS. In questa tragica farsa si inserisce il segretario generale di Ugl, Francesco Paolo Capone, con una lettera, datata 13 aprile e indirizzata al Presidente ACAI, Dino Perrone, e ai componenti il CdA nella quale minaccia azioni legali contro Scafuri colpevole solo di aver voluto sapere dal Ministero come stavano le cose e poi dimessosi non volendo essere il capro espiatorio di una situazione nata male e che sta finendo peggio.

Questa la cronaca dei fatti.

Ora, considerato che i dieci giorni di tempo dati dal Ministero per adempiere gli obblighi datoriali (pagamento stipendi arretrati e TFR), sono scaduti ieri senza che nulla di nuovo sia avvenuto, si attende l’ulteriore mossa del Ministero che non può che essere il commissariamento dell’Enas e il blocco dell’ultima tranche di contributi di pertinenza di ENAS e che ACAI pensava di poter incassare.

Rimane l’amaro in bocca per il comportamento tenuto dall’UGL che non ha saputo tutelare i propri dipendenti e soprattutto non ha saputo tutelare una sigla storica nel campo del sociale come l’ENAS.

Siamo fiduciosi anche che il commissario governativo incaricato voglia fare i dovuti accertamenti per verificare la gestione degli ultimi 10 anni dell’ENAS che, probabilmente, è la madre di tutta questa triste storia, senza dimenticare che l’ENAS gestiva dei finanziamenti pubblici.

Il signor Capone invece di scrivere a posteriori lettere contro una persona che sta cercando di non essere il solo a pagare cominci a preoccuparsi delle eventuali responsabilità, morali, politiche e non, che potrebbero emergere a carico “dell’organizzazioni promotrice” dell’ENAS che è l’UGL.

Infine saremmo curiosi di sapere se Matteo Salvini, politico protettore dell’Ugl, approverebbe certi comportamenti….ammesso che qualcuno glieli abbia raccontati. Abbiamo forti dubbi su questo ultimo punto.