AeCI: due commissioni parlamentari parlano di VDS ma nessuno supporta Aeroclub e scuole di volo

AeCI: due commissioni parlamentari parlano di VDS ma nessuno supporta Aeroclub e scuole di volo

16 novembre 2020

Siamo un Paese unico al mondo, lo sappiamo, ma non passa giorno che non ci venga confermato. Nel bene e nel male. In tempi di pandemia, mentre tutte le forze politiche dovrebbero essere rivolte a risolvere i due problemi basilari di salute ed economia, ci sono ben due commissioni di Camera e Senato che si occupano nientepopodimeno che di velivoli ultraleggeri.

Le accelerazioni violente sono, lo sanno tutti, una caratteristica del volo, anzi per i neofiti sono una delle emozioni più attraenti, ma questa accelerazione istituzionale appare difficilmente comprensibile.

All’inizio dell’anno, sotto la spinta di amicizie nuove e trasversali del contestato presidente Leoni, gli onorevoli Bendinelli, Ferri, Paita, Nobili, Marco Di Maio presentano un DDL per riformare il settore degli ultraleggeri.

Il testo è giudicato dalle istituzioni competenti sgangherato e mal espresso. Chi se ne intende si ricorda che quel documento è una rielaborazione, neanche tanto intelligente, di una serie di osservazioni scaturite nel 2018 da un tavolo di lavoro voluto dal ministero dei trasporti, direzione generale trasporto aereo e tenuto bloccato da AeCi per un anno.

In contemporanea l’ottava commissione del Senato comincia ad interessarsi di ultraleggeri con “Affare sulle problematiche attinenti il volo da diporto o sportivo (VDS) e il volo turistico” distinto dal numero 427 e che non appare legato a nessun disegno legislativo.

Accade così che mentre in Senato venivano auditi il direttore generale di ENAC, dottor Quaranta, il serafico professor Ricci della commissione ultraleggeri istituita da Leoni in AeCI, ed una serie di associazioni sportive dilettantistiche del settore, la Camera avviava le audizioni sullo stesso tema dell’Aeronautica Militare, (che rappresenta il ministero della difesa) , del neo direttore generale di Aero Club d’Italia, gen. Miniscalco, e di una associazione che raggruppa piloti e proprietari di velivoli.

Dire che si procede a ranghi sparsi è essere eufemistici.

Uno dei nodi del contendere è la normativa europea che lascia ai paesi la possibilità ( definita opt out) di gestire costruzione, operazioni e manutenzione di velivoli fino a 600 kg.
ENAC, con un comunicato che ha sorpreso tutti, ha dichiarato di voler esercitare questa opzione nazionale e di essere pronta a stilare un documento entro il marzo del 2021 che definisca le regole di controllo.
Dopo anni di indifferenza e ignavia ben due commissioni intere di Camera e Senato si mettono a discutere, senza colloquiare e coordinarsi, di come affrontare il tema.

Il gen. Miniscalco evita, solo grazie alla sue doti professionali, un ulteriore scivolone dovuto ai “consigli” che gli vengono dall’interno dell’ente. Qualcuno di AeCI chiede che la sua audizione non venga ripresa nè venga registrata! Che bella democrazia!

Inizialmente non vengono neanche pubblicati i contenuti di quello che Miniscalco riferisce.
Poi, dopo un giorno, la virata voluta dal generale: viene consegnato alla Camera una sintesi di quello che il direttore ha detto.

Tanta attività sui VDS da parte delle commissioni parlamentari non tocca però il nodo cruciale in questo momento per aeroclub federati e scuole di volo VDS: la carenza di risorse finanziarie. Tutte le categorie, anche sportive, hanno chiesto ed ottenuto ristori e supporti, ma Leoni in AeCI rimane fermo sulle sue posizioni: niente abolizione o rinvio delle quote federative e i progetti di legge che in aprile erano stati esaminati per i primi interventi del governo sono stati tutti bloccati.

C’è un rischio concreto che quando le nuove leggi saranno pronte, i praticanti saranno ridotti ai minimi termini con danni pesanti per lo sport del Volo e per le industrie collegate.
Di contro qualche buon risultato sta arrivando: il primo più eclatante conferma quello che tutti sanno da anni e che Sassate aveva indicato: la maggioranza dei velivoli ultraleggeri sono stati lasciati senza verifiche per 20 anni da Leoni.

Il risultato è che la maggior parte di questi velivoli oggi è fuori dal peso massimo operativo consentito.
Il secondo elemento oggettivo emerso è che Aero Club d’Italia ha gestito le scuole di volo in maniera quantomeno parziale e certamente inefficiente. La rappresentante della Federazione Italiana Volo Libero (FIVL), avvocato Oderda ha detto che “nel nostro paese sono carenti le scuole di questa specialità, soprattutto al sud che, al contrario, per orografia, scenari e condizioni meteo si presterebbe ottimamente a sviluppare anche un turismo legato al volo con parapendio e deltaplano.”

Eppure per citare le parole dell’avv. Oderda “da Roma in giù non ci sono scuole certificate di Volo Libero”, con il risultato che i pochi appassionati devono transitare attraverso il circuito dell’addestramento abusivo. Tra l’altro i corsi per istruttori di volo libero sono fermi da oltre sette anni, periodo in cui l’ente non era commissariato, ma diretto da Leoni.
Perché?

C’è da sorridere se non fossero argomenti che hanno risvolti pesanti per la sicurezza dei cittadini: non più tardi di sabato scorso, 7 novembre, un ultraleggero (parapendio a motore), di quelli controllati da AeCI, finisce nel Ticino ed il pilota muore.

E’ l’ennesimo caso di incidente e morte che potevano essere evitati se, chi dovrebbe promuovere questo tipo di volo, avesse attuato da anni una politica di diffusione della Cultura del Volo anziché spendere tempo e risorse in banchetti per gli “amici politici”.

Un’ulteriore tragica notizia che si aggiunge alle decine di messaggi che arrivano in redazione da quando Sassate ha cominciato ad occuparsi di Aero Club d’Italia e della mala gestione del volo turistico e sportivo in Italia.
Tanta gente che ama volare per la prima volta trova il modo e il coraggio di denunciare situazioni di totale illegalità al riparo da “colpi di coda” e le “vendette” di un sistema che finora l’ha fatta pagare a tutti.

Emerge cosi il “libro nero” degli esaminatori dove finisce non chi commette irregolarità tecniche, ma quelli che manifestano idee contrarie al “sistema”.

Non costa nulla? No, costa a tutti per la credibilità del sistema didattico e perché AeCI fa viaggiare esaminatori “amici” per mezz’Italia pur avendo a disposizione persone esperte e qualificate molto più vicine. Nella soleggiata Sicilia ci sono foto di decine di piloti che fanno gli istruttori abusivi, ovvero preparano aspiranti all’attestato di volo VDS fuori da scuole di volo riconosciute, su campi di fortuna, con aerei non controllati e non propriamente assicurati per poi farli confluire per l’esame in una scuola compiacente.

E’ una pratica vietata perché pericolosa. I nomi li sanno tutti, anche i presidenti di aeroclub della zona che in un’organizzazione efficiente e funzionale dovrebbero dovrebbero agire come rappresentanti di Aero Club d’Italia, ma che in questa situazione nessuno nemmeno interessa o ascolta.

E AeCI che fa?
 Ma Sassate non riceve solo plausi. C’è anche chi si lamenta che vengano portate alla luce le inefficienze, i comportamenti parziali, le inadempienze del presidente Leoni.

C’è chi mescola, ad arte, passione per il Volo e attaccamento all’istituzione AeCI con gestioni poco qualificabili e prova a far passare il Barone Verde e la sua corte dei miracoli per vittime di “attacchi violentissimi e sproporzionati” che vengono da “persone che dicono di amare il Volo”.

Uno degli alfieri di questa linea di pensiero è un certo Alberto Moretti che, ci siamo informati, è stato collega del gen. Miniscalco in A.M. e nella PAN, ha fondato FIOMA, federazione italiana operatori manifestazioni aeree, e gestisce (ufficialmente e fiscalmente è “principale collaboratore”) Prima aviation srl che “organizza chiavi in mano manifestazioni aeree”.

Di certo Moretti è quindi uno a cui lo “status quo” non da fastidio, anzi.

Leoni gli garantisce lavoro e non ha voglia di cambiare.

Quello che torna meno è la sua difesa a spada tratta di situazioni quanto meno ambigue. La sua sicumera riguardo a giudizi che possono non essere condivisi, ma che hanno un preciso fondamento.

E il suo invito al silenzio suona agghiacciante soprattutto se proposto da chi per anni avrebbe dovuto difendere l’Italia e i suoi principi democratici. Ci fa pensare più al famigerato sen. Antonio Razzi che ad organizzazioni che non ci piace neanche evocare ma che hanno fatto della regola del tacere il loro manifesto.

“Non parlare” per anni è stato imposto anche tra gli amanti del volo a chi non la pensava come i vertici. Chi scrive ha raccolto una mole d’informazioni che nessuno potrebbe smentire e che non pubblichiamo solo perché sono arcinote nel settore e per rispetto ai singoli coinvolti.

Due note però ci corre l’obbligo di riportare. La prima riguarda “i pochi fatti, ma molte illazioni” di cui Moretti favoleggia.

Cinque elicotteri NH-300 pagati con i soldi pubblici, perfettamente efficienti e ridotti a ferro vecchio dalla gestione Leoni sono illazioni? Se li avesse pagati con i suoi soldi, sig Moretti, che ne direbbe?

La distruzione sistematica delle federazioni del volo che svolgevano un’opera che AeCI non ha saputo neanche imitare per sicurezza e diffusione degli sport del volo è un illazione, sig. Moretti?

Forse la considera così perché la sua Fioma non è stata interessata?

Forse deve difendere un establishment che le ha regalato il titolo di “ente benemerito” di AeCI così non paga neanche la quota federativa?

Che ne pensa di direttori di manifestazione aerea nominati da AeCI senza i titoli richiesti?
Illazioni? No, fatti!

Ne ospita qualcuno anche nella sua “federazione”?

Notiamo con piacere che Fioma s’era (il passato è dovuto) data anche una voce pubblicistica con il quadrimestrale Airshow da distribuire “gratuitamente a mezzo posta in 2000 copie a numero.” Nell’ultimo numero che abbiamo rinvenuto (del 2007) proprio il sig. Moretti lamentava “uno stato di cose che crea incertezze e un malessere diffuso tra gli operatori.” e affermava di aver proposto inascoltato ad AeCI ”la convocazione di un tavolo tecnico per l’esame delle problematiche attinenti agli airshow e soprattutto individuare se esistono delle soluzioni perseguibili.”

Dov’è quel tavolo tecnico sig. Moretti?

Da quei tempi remoti la situazione delle manifestazioni aeree in Italia è peggiorata tanto da costringere ANSV ad emettere diverse raccomandazioni rimaste inascoltate (quelle che Moretti chiama illazioni).

Strano concetto di libertà d’espressione e democrazia! Qualcuno può criticare, altri no.
Per seguire un esempio già in campo ci piace richiamare una frase di grande valore sociale del card. Martini: “La negazione della verità assume spesso la figura dell’omissione voluta e colpevole, condizionata dalla paura o dall’interesse, o anche dalla paciosità” (cioè la volontà di non creare contrasti)”.

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