Aero Club d’Italia: l’epopea del “Barone Verde”, tra Lega e Malagò
Continuiamo il nostro viaggio attraverso le vicissitudini di Giuseppe Leoni, già fondatore e senatore della Lega Nord, che recentemente – con decisione sofferta (più di sei mesi) e magari con qualche svista – il governo ha rimesso al suo posto di presidente dell’Aero Club d’Italia.
Un idillio quello tra Leoni e l’AeCI che va avanti dal 2002. Celodurista convinto come Bossi suo amico, Leoni non si arrende neanche all’evidenza delle centinaia di lettere inviate da piloti (lo ha confessato lui in un suo messaggio) al Coni e ai ministeri competenti. Ma non si arrende neanche all’evidenza dell’assoluta parzialità ed inefficacia della sua gestione.
In questa saga non si può dimenticare il secondo commissario straordinario che nel 2018, cambiato governo, succede a Matera alla testa di AeCI: Guido Valori.
Strano che per la seconda volta a cercare di dipanare i problemi di Aero Club d’Italia la presidenza del consiglio scelga una persona estremamente vicina al Presidente del CONI Malagò che aveva dichiarato l’incompetenza del CONI (vedi il nostro articolo precedente). Valori la sua incompetenza sul Volo la dichiara, il 16 aprile 2019, di fronte alla commissione cultura, Un evento che tra gli sportivi del volo è rimasto epico.
E’ toccante vedere un avvocato di consumata esperienza, come il prof. Valori, quasi commuoversi di fronte alla commissione tanto da arrivare a non azzeccare singolari con plurali o a dimenticare il soggetto della frase.
Ma perché Malagò si sente tanto in dovere verso il senatore leghista Leoni?
Ce lo dice lui stesso. Anzi, a suo nome, la signora Isabella Votino, portavoce di Maroni che in una telefonata registrata dalla magistratura chiarisce lo scenario che riportiamo da un articolo del Fatto Quotidiano: “Secondo Malagò due voti su 76 nel Coni sono controllati da persone vicine alla Lega Nord. Uno è il senatore Giuseppe Leoni, “quello dell’aereo club”. Ma lui non è un problema: è già schierato con Malagò perché – come spiega egli stesso alla Votino mentre è intercettata dalla Dia di Reggio Calabria – gli ha fatto una cortesia a seguito del commissariamento dell’Aero Club, portandolo dal ministro dei Trasporti Corrado Passera per risolvere il problema. In effetti alcuni dicono che Passera abbia cambiato idea su Leoni da un giorno all’altro. Voti di scambio o scambio di favori?
E allora il CONI non si può esimere dal mandare a risolvere il problema di Leoni a persone fidate, che hanno ricevuto istruzioni ben precise.
Valori, appena insediato, non trova di meglio che fare un paio di cene proprio con l’architetto Leoni e di farlo sapere nell’ambiente. Per avere informazioni sulla gestione dell’Aero Club?
Per avere indirizzi su quello che il commissario deve fare nei prossimi mesi?
Per coordinarsi con le attività legali che devono portare Leoni fuori dal guado??
Nel suo periodo Valori mette alla porta, da un giorno all’altro, il generale dell’Aeronautica Militare, Giuseppe D’accolti, da pochi mesi direttore generale.
Le colpe di D’Accolti? Mistero.Eppure per licenziare un dirigente in un ente di diritto pubblico ci sono regole. Ma in AeCI sembrano non valere, perché il direttore di AeCI non ha fatto nessun concorso, convinto nessuna commissione, superato nessun esame, se non quello di appartenere allo stesso corso d’accademia del capo di stato maggiore, gen. Rosso. Reazioni dell’A.M.? Nessuna.
Reazioni del Ministro della Difesa, il cui capo di gabinetto riceve di tanto in tanto Leoni? Nessuna.
Cosa ha combinato D’Accolti di così grave e irreparabile?
Semplicemente ha rotto il cerchio magico che lo lega ai sostenitori di Leoni e s’è permesso di dire che elezioni democratiche sono una buona cosa. E i sostenitori di Leoni che ancora oggi agiscono all’interno e all’esterno di Aero Club d’Italia non l’hanno gradito. Personaggi che tutti conoscono bene e che negli ultimi 15 anni hanno indirizzato il pensiero di Leoni.
A settembre 2019 scade il mandato di Valori che, prima di andare via, fa in tempo a nominare Ricci, pilota di parapendio, vicepresidente italiano della Federazione Aeronautica Internazionale. Già perché Ricci è uomo di Leoni sostenuto già con la nomina a presidente della commissione Ultraleggeri.
Nomine unilaterali, fatte senza consultazioni con il corpo elettorale di AeCI, con i consiglieri eletti, con gli atleti d’eccellenza che hanno regalato all’Italia 8 campionati del mondo ricevendo in cambio solo striminziti rimborsi erogati dopo più di un anno.
Dal settembre 2019 al giugno 2020, l’Aero Club d’Italia rimane ancora una volta acefalo: senza un rappresentante legale e senza neanche un direttore generale che abbia adeguate competenze.
Infatti, defenestrato D’ Accolti gli succede il gen. Mario Tassini. Che come in un ritornello ripete ai suoi collaboratori “Io di questo mondo non capisco niente”.
Qual è la strategia di mettere dirigenti che dichiaratamente non ne sanno nulla a capo di un ente con una componente tecnica elevatissima?
Quella di dare potere a chi sta sotto.
Ai tanti rappresentanti occulti della linea Leoni che ancora, grazie a connivenze ed esigenze di lavoro, girano nei corridoi e negli uffici di Aero Club d’Italia.
Non è un’illazione, è provato dai fatti e dai permessi di ingresso.È provato dalla linea gestionale che viene seguita dal 2017 al 2019: nulla è cambiato di quello che era stata la condotta negli ultimi anni.
Continuano i favori agli amici. Atteggiamenti che per educazione si possono definire “di parte”, ben sintetizzati da frasi del tipo “da adesso in poi tu parli con noi e con nessun altro, è chiaro?”. Parole che sembrano uscire da un brutto film poliziesco.
I fatti? Un sostenitore del presidente ha problemi a far immatricolare dall’ENAC un velivolo da acrobazia? Lo si fa passare per ultraleggero. Paga meno tasse, non è soggetto a controlli periodici, non deve sottostare a verifiche tecniche di organi competenti.Peccato che sia contro la legge, evada le tasse e possa creare problemi di sicurezza per sé e per quelli sopra i quali vola.
Secondo esperti del settore esistono decine di velivoli di aviazione generale che sono stati immatricolati, grazie all’assoluta mancanza di controlli attuata da Leoni, come ultraleggeri.
Poi ci sono le scuole di volo: un’attività che sta tra lo sport e il lucro e per molti è diventato il sostentamento di una vita.
Come spiegare che in Italia, ricca di montagne con scenari meravigliosi e condizioni meteorologiche invidiabili le scuole di volo per parapendio e deltaplano da Roma in giù praticamente non esistono? Semplice, perché qualcuno, per decenni vicino al presidente Leoni, esercita la professione di istruttore di volo e non gli piace la concorrenza.
Lo stesso motivo spiega perché da sette anni non ci siano corsi per istruttori di volo libero. Corsi vuol dire altri istruttori, concorrenza. Quindi meglio non farli.
E come dimenticare, nel 2008, il “salvataggio” dell’Aero Club di Torino presieduto dall’amico fedele Angelo Moriondo?
Ben 150mila euro di buco verso la FAI che Leoni sana con soldi (pubblici?) dell’Aero Club d’Italia.
Leoni sa che la legge gli impedisce di usare i fondi di AeCI per il salvataggio di un ente privato come l’Aero Club di Torino. Quindi decide di mentire sul numero degli atleti del volo italiani: raddoppiandoli deve pagare di più e la FAI, pur di non perdere il capitale, accetta.
Ci sono i verbali della FAI che lo dicono, ma nessun magistrato italiano s’è peritato di richiederli. Ci chiediamo: mentire ad una federazione internazionale, egregio presidente Malagò, è quello che una federazione nazionale deve fare?
Un’altra tendenza di Leoni è farsi amici con regali (a volte pagati con fondi dell’ente) dall’orologio da 3700 euro per l’attore Ward (che negherà di averlo ricevuto) che legge 10 minuti di poesie, ai velivoli del cosiddetto “rinnovo flotta”.
Una quindicina di velivoli assegnati a condizione di super favore ad altrettanti Aero Club per “attività delle scuole di volo”. Con spirito goliardico Leoni li battezza con i nomi dei maggiorenti della Lega.
Un forma di “inchino” a chi lo ha fatto arrivare a Roma.
Leggi: L’ESPRESSO, Le mani sugli aerei
Quanti controlli ha fatto Aero Club d’Italia per verificare che effettivamente i velivoli volassero nelle scuole e non nelle mani dei presidenti amici di Leoni?
Di quanto i costi delle scuole che hanno usufruito di questi velivoli si sono abbassati rispetto ai prezzi medi di mercato?
Se non c’è stata una riduzione di costi, si può parlare di turbativa di mercato e di concorrenza sleale perché la scuola amica di Leoni usava un velivolo praticamente regalato e la scuola “nemica” doveva fare con i propri fondi. Intanto il giochetto dei nomi è finito male: proprio I-UMBE ha avuto un incidente in cui è morto un politico leghista e la sua compagna. Volo Scuola?
Leggi: I-UMBE, LA STORIA DI UN AEREO, LA STORIA DEL BOSSI
Leggi: Aereo precipita, due morti. Velivolo nuovo, molti dubbi
Ora Leoni è pronto a ricominciare con un nuovo “rinnovo” che non potrà che essere una selezione di amici e nemici perché non ci sono aerei per tutti. Possibile non ci siano metodi più efficienti per supportare chi merita?
E’ opinione diffusa tra gli esperti che le scuole di volo come i piloti siano abbandonate a se stesse. Non possono contare su una federazione che li sostenga e li indirizzi al meglio. Prove?
I controlli di Aero Club d’Italia sono ridotti al minimo, gli “Aggiornamenti istruttori”, previsti dalla legge, sono ridotti ad una chiacchierata che la maggior parte dei partecipanti ritiene assolutamente inconsistente ma serve a far guadagnare soldi agli “amici”.
Accuse vane? Basta leggere una delle tante relazioni dell’ANSV. Ne abbiamo scelta una (clicca qui), ma ce ne sono molte altre, su un incidente avvenuto a Dovera. Due morti di 27 e 17 anni. Ancora una volta raccomandazioni che Aero Club d’Italia presieduto da Leoni, come le decine precedenti, non ha proprio considerato.
Nel frattempo Leoni ignora e non applica la legge sull’assicurazione obbligatoria degli sportivi. Ci sono casi di sportivi del volo gravemente infortunati che non potranno godere di alcun indennizzo.
Per spiegare il modo di gestire del Barone Verde possono bastare il rinvio a giudizio per minacce ed ingiurie (“Io ti uccido” gridato ad un oppositore) ed un altro per falso nei confronti di un dipendente. Per non parlare dei suoi rissosi trascorsi all’Aero Club di Vergiate che è uscito da AeCI non appena Leoni è diventato presidente.
Eppure non siamo ancora al dunque. Perché, si chiedono molti presidenti di Aero Club locali, Leoni insiste? Perché ha speso migliaia di euro di avvocati? Passione per il volo? Non sembra visto che non ha usato le sue entrature politiche per aiutare da subito il settore.
Perché ha ostacolato i tentativi di inserire emendamenti a favore degli Aero Club nelle varie leggi del governo per l’emergenza Covid?
(2-continua)
AGGIORNAMENTO DEL 21/09/2020
Gentile redazione,
Sono Alberto Bannino, vicepresidente dell’Aero Club Torino, del quale conosco la storia.
Ho letto il vostro articolo del 16 settembre a firma Grazia Bontà e non voglio entrare nel merito della questione “Leoni” che onestamente non conosco, per cui prendo atto di quanto scrivete, ma posso invece affermare con assoluta certezza che quanto da voi riportato:
“ …E come dimenticare, nel 2008, il “salvataggio” dell’Aero Club di Torino presieduto dall’amico fedele Angelo Moriondo? Ben 150mila euro di buco verso la FAI che Leoni sana con soldi (pubblici?) dell’Aero Club d’Italia…”
è assolutamente falso.
L’Aero Club d’Italia non ha mai versato 150.000 euro per pagare debiti dell’Aero Club Torino nei confronti della FAI, per il semplice fatto che l’Aero Club Torino non ha mai contratto debiti con la FAI in quanto non ha organizzato i WAG (World Air Games).
Comunque l’Aero Club Torino non è mai stato salvato da nessun “tracollo” avendo da decenni bilanci sistematicamente in utile e con buona liquidità.
L’organizzazione dei WAG è stata gestita in toto dal “Turin LOC” e cioè dal Local Organizer Committee di Torino, che l’ha curata sotto l’egida della FAI.
Nello stesso vostro equivoco cadde anche la trasmissione delle “Iene” del 22 marzo 2012 in cui la iena Luigi Pelazza affermava esattamente quanto avete scritto voi.
L’Aero Club Torino si senti diffamato e sporse querela contro Mediaset. Il Tribunale di Torino accolse la querela dando ragione all’Aero Club Torino, per cui Mediaset (o meglio R.T.I. e l’associazione “Le Iene”) propose una transazione e risarcì il danno.
L’errore stava nel fatto che, come detto, il denaro pervenne dall’AeCI alla FAI, come risulta dagli atti del Tribunale, per conto del citato “Turin LOC” e non dell’Aero Club Torino che con il Turin Loc non c’entrava per nulla.
Per vostra conoscenza preciso che il comitato organizzatore (Turin LOC) fu costituito in forma di Ente di diritto Pubblico (e non come ente privato) iscritto all’albo delle persone giuridiche della Regione Piemonte, ed i membri costituenti erano:
· Regione Piemonte (Finpiemonte)
· Provincia di Torino
· Provincia di Cuneo
· Comune di Torino (Finpiemonte)
· Comune di Collegno
· CCIAA Torino
· Aero Club d’Italia
· Confindustria Piemonte
· Unione industriale Torino
· API di Torino.
· ASCOM Piemonte
· Federalberghi Piemonte
· I.T.I.S. Grassi
oltre ad associazioni sportive e privati cittadini.
I principali membri del Consiglio direttivo erano:
· Ing. Giuseppe Viriglio (Regione Piemonte) Presidente
· Dr Renato Montabone (Assessore del Comune di Torino) Consigliere
· Dr.ssa Silvana Accossato (Sindaco del Comune di Collegno) Consigliere
· Dr Sergio Bisacca (Vicepresidente Provincia di Torino) Consigliere
+ altri 7 consiglieri e il dr Marco San Pietro, direttore generale.
Quanto sopra per vostra corretta informazione, con l’invito ad operare una più attenta verifica delle notizie pubblicate.
Il mondo dell’aeronautica ha già tali e tanti problemi che non si sente assolutamente il bisogno di farsi del male da soli, per cui mi attendo una vostra doverosa rettifica di quanto avete scritto sull’Aero Club Torino, mantenendo salva ed impregiudicata ogni nostra eventuale azione di tutela.
Cordialmente
Alberto Bannino
Vicepresidente dell’Aero Club Torino
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Prendiamo atto volentieri di quanto ci scrive il vice presidente dell’Aero Club di Torino e ci scusiamo per l’errore. Tuttavia quanto riportato conferma che, se non era per salvare l’Aero Club di Torino, la dichiarazione di un numero fittizio di atleti del volo per alcuni anni è stato il metodo per sanare il deficit di un ente costituito ad hoc di cui Aero Club di Torino faceva parte. Rimane l’oggetto principale del nostro intervento: aumentare falsamente il numero degli atleti del volo, invece che pagare quanto dovuto non sembra sia del tutto regolare. Tant’è che i debiti contratti non risultano altri pagati in altro modo.