Aero Club d’Italia di Leoni, non rispettate le leggi per le assicurazioni degli sportivi. Malagò e i suoi uffici cosa controllano?

Aero Club d’Italia di Leoni, non rispettate le leggi per le assicurazioni degli sportivi. Malagò e i suoi uffici cosa controllano?

02 ottobre 2020

Tempi duri per Giuseppe Leoni che il sottosegretario Fraccaro (aiutato da 4 ministri vigilanti) ha rimesso da luglio sullo scranno dell’Aero Club d’Italia per terminare il suo ultimo mandato che dovrebbe scadere a giugno 2021.

Finora ci siamo interessati, tra l’altro, di questioni poco chiare in AeCI che riguardano:
pezzi di ricambio di aerei L-19 gestiti senza le dovute modalità (leggi qui) cinque elicotteri NH-300 efficienti comprati con soldi pubblici ridotti a rottami e venduti per pochi euro (leggi qui) pezzi di ricambio inefficienti e fuori uso di aerei SF-260 militari acquistati per oltre 63000 euro e rivenduti ad un aeroclub che non possiede quei velivoli con il timore/rischio che siano finiti nel mercato fiorente delle BOGUS PARTS cioè di ricambi non controllati e pericolosi per il volo, dichiarazioni false alla Federazione Aeronautica Internazionale in merito al numero di atleti tesserati FAI per pagare i debiti di una associazione di diritto pubblico di cui facevano parte Regione Piemonte e Comune di Torino;(leggi qui) possibile mancato rispetto delle disposizioni di legge anticorruzione;(leggi qui) mancata programmazione di corsi Istruttori di volo libero (cioè senza motore) da oltre 7 anni e di quelli per il volo a motore dal 2017. Forse per favorire gli “amici” che già svolgono questo lavoro?

Tanti argomenti e nessuna risposta dal governo e dai ministeri che, pare evidente, non hanno vigilato come avrebbero dovuto. Chi ha risposto è stato il direttore generale gen Tassini dell’A.M. che terminato il suo mandato e, visto che Leoni non ha avuto dall’A.M. nessun sostituto perché nessun generale vuol fare la fine dei martiri cristiani, ha dato la disponibilità a rimanere per due mesi: Che gestione può fare uno che tra due mesi se ne va?

Appena rientrato Leoni s’è dato da fare per ricostruirsi una verginità organizzando, il 13 settembre, un incontro con i presidenti di Aero Club impegnati in gare sportive di Volo a Motore. Purtroppo gli esiti sono stati disastrosi per una ripresa del Volo sportivo in Italia. Turbato, come una novizia alla vista di un giovanotto, dal clima poco collaborativo, Leoni stizzito ha lasciato la sala a riunione ancora in corso.

Prima della sua “ritirata”, Leoni ha accusato i presenti (che dovrebbero essere i suoi più stretti collaboratori) di attaccarlo continuamente, di cercare il pelo nell’uovo, e se ne andato suscitando parecchia contrarietà (per essere educati) in chi s’era accollato centinaia di km. di viaggio per risolvere questioni importanti per la ripresa del settore e che non hanno avuto risposta. Leoni, come ha fatto negli ultimi 15 anni, vuole parlare solo degli argomenti che gli interessano e come vuole lui.

Qualche malpensante ritiene lo faccia perché non ha argomenti da opporre ai presidenti degli aeroclub, come nel momento in cui lo hanno accusato di NON rispettare le norme del decreto del 3 novembre 2010 in materia di assicurazione obbligatoria degli sportivi.

Leggi il testo del Decreto qui

Una legge del 2010 cioè di 10 anni fa che AeCI, sempre sotto il controllo di Leoni, sembra non abbia mai voluto applicare. Caro sottosegretario Fraccaro, cari ministri Vigilanti, Malagò che avete vigilato?

La norma è chiara ed inequivocabile: l’articolo 1 comma 2 recita: “Le federazioni sportive nazionali (tra cui AeCI n.d.r.), le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva, di seguito denominati «soggetti obbligati», sono tenuti alla stipula dell’assicurazione obbligatoria oggetto del presente decreto, per conto e nell’interesse dei soggetti assicurati.”

La copertura assicurativa dice la legge è richiesta per atleti, dirigenti e tecnici e, secondo i presidenti di aeroclub locali, AeCI NON la applica. E il comma 3 dice che sono “atleti”: “tutti i soggetti tesserati che svolgono attività sportiva a titolo agonistico, non agonistico, amatoriale o ludico”.

Ci rientrano tutti coloro che volano per Sport, cioè non per lavoro o per servizio allo Stato e sono soci di un aeroclub federato ad AeCI.

Aeroclub d’Italia è innanzi tutto una Federazione Sportiva e non un ente culturale, come qualche fantasista dei codici della corte Leoni s’era sperticato a dimostrare. Lo dice l’art. 2 dello statuto dell’ente, mentre il carattere prevalentemente “sportivo” degli aeroclub locali è altrettanto indiscutibile e in qualità di Associazioni Sportive Dilettantistiche affiliate ad un Federazione Sportiva Nazionale ottengono il riconoscimento del CONI e godono di regimi fiscali agevolati.

Anche il Consiglio di Stato con parere n. 280/2014 ha sancito il carattere sportivo dell’AeCI confermando “i fini istituzionali di cura e incentivazione dello sport propri dell’Aero Club d’Italia”.

E che ha fatto fino ad oggi Leoni supportato dai suoi valorosi esperti giuridici e amministrativi? Niente. Peggio: i propri interessi, costringendo chi desidera partecipare ad un gara di Volo a pagare quasi 200 euro all’anno per la tessera FAI che include un assicurazione.

Primo risultato: i giovani che si avvicinano al Volo non partecipano alle gare.
AeCI ha costretto gli sportivi del volo italiani a pagare una assicurazione giudicata inappropriata dagli sportivi del volo, da molti presidenti e esperti assicurativi.

Chi ricorda i centomila sportivi del Volo dichiarati nel 2009 alla FAI da Leoni e dal suo compagno di merende, sig. Antonio Dentini, come riportato nel verbale FAI che abbiamo pubblicato?

Sapete, cari ministri Vigilanti, quante tessere FAI ci sono oggi in Italia? Novecento!
Più di cento volte meno di quanto dichiarato da Leoni!

Un giochetto simile a quello attribuito a Mussolini che spostava le vacche !!
Presidente Malagò, il codice etico del CONI cosa prescrive per i dirigenti che mentono ad organizzazioni internazionali su materie di sport?

Egregio arch. Leoni, che motivazioni può portare per il suo comportamento che ha salvato una associazione in cui erano presenti regione Piemonte e Comune di Torino a tutto danno di Aeroclub d’Italia?

Quali motivi c’erano per un gesto tanto generoso realizzato NON con soldi suoi, quale senatore della repubblica, ma con i soldi degli sportivi del Volo italiani?
Ci comunichi le sue motivazioni e correttamente le pubblicheremo con lo stesso rilievo dei nostri dubbi.

Anche per le assicurazioni Aeroclub d’Italia sembra aver eluso gli obblighi di legge tramite meccanismi fuori dalla norme nazionali.

AeCI ha considerato “sportivi” solo i soci che sono in possesso di Licenza Sportiva FAI e ad essa ha abbinato una copertura assicurativa sportiva frutto, guarda un po’, di una polizza triennale stipulata da AeCI con UNIPOSAI, per la bella cifra di 153.000€.

Chi ha scelto la ditta assicuratrice? Chi ha condotto la negoziazione? Chi ha stabilito le clausole? Sempre gli stessi da oltre 10 anni? L’onnipresente servizio amministrativo di AeCI? Quello diretto sempre dalla stessa persona da oltre 15 anni?

Non lo sappiamo, ci risulta che proposte di rivedere in toto la situazione “assicurazioni degli sportivi” siano state già presentate all’AeCI e che Leoni abbia avuto la reazione di stizza di cui dicevamo.

Chissà se il Barone deciderà finalmente di ascoltare presidenti, sportivi e consiglio federale piuttosto che i soliti consiglieri?

E intanto AeCI ha un direttore generale prorogato per due mesi. Il gen. Tassini, per spirito di servizio, rimarrà due mesi e andrà via. Quale dirigente firmerà i documenti ufficiali? Chi controllerà il funzionamento degli Uffici? Leoni nominerà un nuovo dirigente interno? Qualcuno pensa che Leoni voglia cambiare rotta? Magari scegliere, lui da solo, un ammiraglio?