ANAS, il “dossier Bonsignore” della GdF si arricchisce: dalla Molisana, ai “no” di Cantone, dalla SITAF alle epurazioni sospette
I faldoni sui “magheggi” degli ultimi anni in via Monzambano, si moltiplicano. Il lavoro delle “fiamme gialle” è sempre più minuzioso e non tralascia davvero di acquisire tutti i documenti sulle vicende sospette.
Al centro ci sono sempre i retroscena sui progetti della Ragusa-Catania e della Orte-Mestre, ma ormai gli accertamenti si stanno allargando a macchia d’olio anche su altre vicende collegate: gli interessi di Bonsignore sulla rete stradale del Molise, sugli irregolari passaggi di quote della Società che gestisce l’autostrada del Frejus, sui pareri negativi espressi dall’ANAC di Raffaele Cantone circa le pretese dell’ex-deputato dc condannato per corruzione, per finire -appunto- con l’epurazione di tutti quei dirigenti apicali che “remavano contro”.
Incentivati per levarsi di torno o addirittura licenziati con l’assurda motivazione della “in-giusta causa”. Con la sola eccezione (ma tu guarda un po’ alle volte le combinazioni) del responsabile della sicurezza, imparentato con un alto magistrato della Corte dei Conti (che è sempre meglio non avercela contro). Ma è soprattutto sul licenziamento del dirigente di prima fascia, il più intransigente nell’opposizione ai desiderata di Bonsignore sponsorizzati dall’AD Simonini, che la GdF ha raccolto la documentazione più interessante. Che chiama in causa la responsabile delle Risorse Umane Gaetana Celico. Perché c’è una lettera in cui il dirigente denunciava senza mezzi termini alla collega cosa stava accadendo in ANAS, invitando il vertice aziendale a non dare via libera alle richieste di Bonsignore.
Per tutta risposta, proprio per questa missiva Simonini decideva il licenziamento del reprobo, dando il via ad una causa di lavoro che si è finora contraddistinta solo per il rifiuto ad ascoltare i testimoni.