ANAS, inchiesta “buche d’oro”: i nomi
La Gdf di Catania ha eseguito nove misure cautelari a carico di imprenditori locali e funzionari della sede etnea dell’ANAS. Sei sono finiti in carcere. Gli altri tre agli arresti domiciliari.
L’accusa, si legge negli atti, è “corruzione nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati all’ANAS (Area Compartimentale di Catania) nonché nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione delle opere in verde lungo le medesime arterie”. Si tratta della terza ondata di arresti all’interno dell’operazione denominata “Buche d’oro”.
In carcere è finito Giorgio Gugliotta, Capo Nucleo C dell’Anas, sede di Catania; ai domiciliari i funzionari Anas Giuseppe Romano, Riccardo Contino e Giuseppe Panzica.
Gli altri arrestati sono imprenditori: Giuseppe Ciriacono, padre del rappresentante legale della Ital Costruzioni Group Srl, con sede a Caltagirone; Santo Orazio Torrisi, rappresentante legale della Sicilverde Srl, con sede ad Aci Sant’Antonio; Amedeo Perna, dipendente della Ifir Tecnologie Stradali Srl, con sede a Milano; Vincenzo Baiamonte, già dipendente della Safe Roads Srl di Misilmeri (Pa) e Pietro Matteo Iacuzzo***.
Baiamonte, dal 2019 risulta dipendente della Truscelli Salvatore Srl, colosso dei lavori stradali, il cui rappresentante legale, Salvatore Truscelli, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione: è stato sorpreso dagli stessi finanzieri mentre consegnava una tangente di 10mila euro in contanti negli uffici dell’Anas.
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***Aggiornamento del 21 dicembre 2019
L’imprenditore Pietro Matteo Iacuzzo, che era stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti degli appalti pubblici dell’Anas di Catania è tornato a piede libero in quanto “sono venute meno le esigenze cautelari poste a fondamento della misura”.
LA SASSATA

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