ANAS, “pagati per fare lavori scadenti”
Lavori fatti male, al risparmio. Ma che nei documenti risultavano eseguiti a regola d’arte. Il tutto in cambio di tangenti. Tra le opere eseguite in economia, anche quelle sulla statale 284, dove negli ultimi dieci anni sono già morte 50 persone.
È quanto risulta dalle confessioni dei funzionari ANAS finiti al centro dell’inchiesta della Gdf che ha portato a fermi ed arresti. Un’inchiesta destinata ad allargarsi. Sono decine, infatti, i nomi coperti da omissis nelle carte delle indagini.
Secondo la procura catanese, il sistema di mazzette – “inaugurato” nel 2015 – era articolato su tre livelli: una parte andava al responsabile dell’area tecnica, un’altra al capo centro che gestiva l’esecuzione dell’appalto e il resto al geometra incaricato alla contabilizzazione.
Al momento sono agli arresti domiciliari Giuseppe Romano, Riccardo Contino e Giuseppe Panzica. In carcere il geometra Gaetano Trovato. Interdetto dalle sue funzioni per un anno l’ingegnere Antonino Urso. Ai domiciliari gli imprenditori Calogero Pullara, Roberto Priolo, Pietro Iacuzzo e Salvatore Truscelli.
Per scoperchiare questa tangentopoli siciliana è stata fondamentale l’autoaccusa di Giuseppe Romano prima e di Antonino Urso poi. È stato proprio quest’ultimo a rivelare una cosa incredibile: il fenomeno della corruzione in ANAS sarebbe talmente radicato che una volta sarebbe stata pagata una mazzetta da 15mila euro che non era nemmeno stata richiesta e per lavori eseguiti, almeno stavolta, secondo le regole.