ANAS: Dibennardo ci riprova, ma “Simonini non si tocca”
Ugo Dibennardo si è autocandidato alla poltrona di AD di ANAS. Per la seconda volta. Era già successo tempo fa, quando decise di proporsi sui giornali dando per scontato che sarebbe stato nominato all’insaputa dell’allora ministro Toninelli.
Ma poiché il titolare delle Infrastrutture non ne volle sapere di ubbidirgli, Dibennardo pensò di proporre la sua nomina “per acclamazione” facendo girare una raccolta firme tra i dipendenti dell’ANAS. Risultato? Quattro firme in croce. E tanta commiserazione.
È stata proprio la magnanimità (o, se preferite, la scarsa lungimiranza) dell’attuale AD Massimo Simonini a salvare Dibennardo dall’esilio. Non contento, ora ci riprova. Nei giorni scorsi, infatti, è ricicciato nuovamente il suo nome per la posizione di AD. Se non gli riesce nemmeno stavolta, gli converrà sceglierlo da solo l’esilio, prima che ce lo mandino.
Anche perché, va detto, non è l’unico pretendente al trono: c’è, infatti, una schiera di ambiziosi vice autocandidati che millantano una vera o presunta amicizia con l’attuale ministra Paola De Micheli.
Ma tutta questa velleità è destinata a finire nel cesso, perché non si può sostituire un AD a meno di un anno dalla nomina. Lo ha ribadito anche l’ex ministro Toninelli su Facebook (guarda qui): Simonini non si tocca.
Ok, potrà non piacere a tutti, potrà essere considerato “troppo buono”, laddove la bontà in certi ambienti è più un difetto che una virtù. Ma quel che è certo è che ancora non gli si è dato il tempo di mettere a frutto le sue capacità e portare a casa i risultati attesi.
Aspettiamo che completi il ciclo, prima di giudicarlo. Un nuovo lavoro ha bisogno di almeno tre anni, dal progetto all’appalto. E poi ancora del tempo per la cantierizzazione. Simonini è AD da 11 mesi. Ancora troppo poco per giudicarlo.
Che ha fatto in questo periodo? C’è chi dice poco, chi dice tanto. Qual è la verità?