
Autonomia regionale: le “mosche cocchiere” della sinistra costituzionale guidano l’attacco al ddl Calderoli (ma il vero obiettivo è la Meloni)
Ma tu guarda, a volte, le combinazioni. Per il 14 e 15 luglio, il Pd ha fissato a Napoli un mega convegno contro l’autonomia differenziata nelle regioni. E giusto pochi giorni prima, dal “Comitato dei saggi” che affianca il lavoro guidato dal ministro leghista Roberto Calderoli, si dimettono tutti i costituzionalisti e gli esperti di sinistra che ne hanno fatto parte fino ad oggi. Strano, no?
Però è inutile prendersi in giro, se a guidare il manipolo è l’ineffabile ex tutto Giuliano Amato, che evidentemente ancora non è riuscito a smaltire con l’amato tennis le frustrazioni per la mancata nomina a Presidente della Repubblica.
Così, tanto per far capire che le ambizioni sono state soltanto messe da parte, prima gratifica Repubblica di una intervista in cui bolla come incostituzionale la linea del governo sulle adozioni omogenitoriali e ora guida l’assalto contro il ddl Calderoli, chiamando a raccolta tutti i “compagnucci della parrocchietta”. Che ubbidienti e portatori sani di analoghe frustrazioni e ambizioni politiche, non se lo sono fatti ripetere due volte. Basta scorrere i nomi: Franco Gallo, Alessandro Pajno e Franco Bassanini; ai quali vanno aggiunti Luciano Violante e Anna Finocchiaro, che -come ci informa il Corriere della Sera- hanno fatto altrettanto, ma “in sordina”.
Ora, il progetto Calderoli conterrà pure dei punti discutibili in tema di “individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni”, ma che questi bravi costituzionalisti ed esperti di sinistra lo possano aver scoperto improvvisamente tutti insieme proprio alla vigilia del convegno Pd di Napoli, fa ridere.
Il problema di fondo è che dietro questa messinscena, c’è la volontà di creare problemi alla maggioranza e quindi al governo. Basta leggere le reazioni entusiaste delle varie anime della sinistra alle dimissioni di Amato e soci.
La prova del nove arriverà da Napoli.
LA SASSATA

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