
Autostrade: lo schianto di Tomasi in Autostrada; tutti i nomi in fila per fare l’AD di Aspi
Si sente un gran frastuono in autostrada. Sono le nomine per il futuro board di Aspi, la società con la più grande concessione autostradale in pancia, guidata da Cdp (50%) e dai fondi internazionali Blackstone e Macquarie (25% a testa).
Cosa succederà ancora di preciso non si comprende nel dettaglio, ma una cosa è certa: l’attuale AD Roberto Tomasi è in uscita.
In queste ultime settimane Tomasi ha tentato disperatamente di recuperare rapporti, trovare nuovi sostenitori istituzionali, tornare a sedurre il suo vecchio “sponsor” Matteo Salvini (che invece manco lo saluta più quando lo incontra in occasioni ufficiali), ma è tutto vano.
Anche il suo piano economico finanziario (Pef) da 36 miliardi, considerato irrealizzabile, e che aveva portato in giro per mesi e mesi, è stato bocciato in ogni dove.
Tanto che all’ultimo, in questi giorni, per provare a salvarsi la poltrona, lo ha stravolto portandolo a 29 miliardi. Ma è un tentativo che non andrà a buon fine. I soci attendono tutti la sua uscita.
Sul possibile successore ci sono vari nomi in ballo. Il primo è quello di Gianni Vittorio Armani (oltretutto esperto di gestioni stradali essendo stato AD di ANAS), uomo fondamentale in Enel ed Elettricità Futura, che si è affacciato a Palazzo Chigi per provare a farsi avanti. Stimato, può contare su una famiglia di destra alle spalle e la simpatia dei nostalgici di AN. Considerato molto bravo, bisognerà vedere se l’AD di Enel, Flavio Cattaneo, sarà disposto a privarsene.
Il secondo nome è quello di Alberto De Paoli, capace e perbene, ma forse non all’altezza per ricoprire quel ruolo (anche se pure Fibercop lo ha messo nella lista dei possibili AD).
C’è poi l’idea della soluzione interna con Amedeo Gagliardi, una scelta gradita – sembrerebbe – al capo di gabinetto di Palazzo Chigi, Gaetano Caputi. Gagliardi conosce bene l’azienda (è a capo dell’area legale) e con lui potrebbe verificarsi una rivoluzione gentile verso una approvazione del Pef più veloce e senza strappi interni all’azienda. E a quanto pare è un nome gradito pure ad alcuni soci.
Infine, potrebbe spuntare il nome di Paolo Gallo, manager a capo di Italgas che dopo tre mandati nella stessa azienda vorrebbe cambiare (altra opzione per lui potrebbe essere Snam, se non restare ancora nella stessa Italgas).
Di certo sulla scelta in Aspi peserà la volontà di Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che potrebbe avere una carta coperta da giocarsi sul tavolo delle nomine per spazzare via i vari aspiranti fermi al casello.
Ed ecco che difatti c’è chi — dall’interno della Lega — segnala il nome di Igor De Biasio, “fedelissimo” del leader, che l’ha già scelto due volte per il CdA Rai e soprattutto come attuale presidente di Terna.