Banche, se sei un politico non puoi fare neanche una battuta

Banche, se sei un politico non puoi fare neanche una battuta

19 dicembre 2017

Ma questi orafi vicentini perché vogliono mettere le mani sull’oro di Banca Etruria?” La grande ingerenza del boy scout Matteo Renzi con Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, all’epoca delle ispezioni nella banca Etruria (che in quel momento era vicepresieduta dal papà di Maria Elena Boschi) sarebbe stata questa.

Visco ieri, audito dalla Commissione d’inchiesta sulle banche, quella presieduta da Pierferdinando Casini, e che il Foglio ha più volte definito come “la più pazza del mondo”, asseritamente non avrebbe neanche risposto a quella sollecitazione.

Un sorriso e un no comment: “di banche sottoposte a ispezioni del nostro servizio vigilanza io parlo solo con il ministro dell’economia e in maniera ufficiale nelle sedi deputate e opportune”.

Su questa battuta di Visco si sono in compenso innestate svariate domande dei commissari grillini che però, nonostante le ampie citazioni di articoli del Fatto Quotidiano e de La Verità, spesso hanno mostrato una impreparazione imbarazzante su tutta la materia. Pur nel goffo tentativo di volere interpretare l’aneddoto come la prova del nove di chissà quale complotto.

Da questa audizione, e forse da altre che la seguiranno, un principio di “anti politica applicata” si può trarre. Ed è erga omnes: oggi come oggi in Italia, se sei un politico e per giunta sei a capo di un governo, tu non puoi dire neanche una battuta quando parli con il governatore di Bankitalia.

Nella logica qualunquista, complottista e forcaiola che ci sta sommergendo, ogni parola potrà essere usata contro di te. E questo non è bello. Anche se la cosa va in saccoccia a Renzi. Che può non avere il dono della simpatia universale.