Alcoa: un aiuto da Calenda, ma per i compagni della Cgil ci sono problemi

Alcoa: un aiuto da Calenda, ma per i compagni della Cgil ci sono problemi

10 aprile 2018

Dopo quattro anni, dalla chiusura dello stabilimento Alcoa di Portovesme nel sud della Sardegna, per i circa mille operai (tra diretti e indotto) sembra arrivata una schiarita che porta la firma del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

Già era noto che la multinazionale svizzera Sider Alloys avrebbe rilevato il pacchetto azionario della ex Alcoa e ripreso la produzione dopo aver ottenuto dal governo italiano garanzie in ordine ai costi energetici e ai problemi logistici ma in queste ore il Ministro Calenda ha fatto di più riuscendo a far ottenere ai lavoratori una compartecipazione del 5% nel capitale sociale e l’ingresso di un rappresentante dei dipendenti nel Comitato di Gestione dell’azienda.

Un passo decisamente importante per la ripresa delle attività e per il mantenimento dei posti di lavoro di una regione già tanto provata dalla crisi industriale di questi ultimi anni ma soprattutto un passo sicuramente innovativo rappresentato dal fatto che i lavoratori entrino, a pieno titolo, nel potere decisionale e redistributivo degli utili dell’impresa.

Insomma, finalmente, si attua, in parte, ciò che è scritto all’articolo 46 della nostra Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori nella gestione e nella divisione degli utili dell’impresa nella quale lavorano.

Il 5% non è molto ma rappresenta l’inizio di un percorso e di una volontà di ripensare al ruolo dei lavoratori e del capitale all’interno di dell’impresa. Siamo lontani dalle esperienze ampiamente portate avanti in Germania e, in parte, anche in America ma è pur sempre un segnale che dimostra come la “partecipazione” possa essere lo strumento per riavviare l’economia nazionale.

Annunciando il risultato raggiunto il ministro Calenda ha affermato che “Sarà il primo caso in cui i lavoratori partecipano alla gestione dell’azienda e se lo sono ampiamente meritato”.

Onore al coraggio di Carlo Calenda anche se ricordiamo che un tale esperimento fu tentato nel 1997 per superare la crisi di Alitalia allorché gli aerei non volavano più per lo sciopero dei piloti dell’Anpac.

Ebbene il segretario dell’Anpac, Augusto Angioletti, fu inserito nel consiglio di amministrazione e il risultato fu che il biennio 97/98 fu il primo ed ultimo in cui l’Alitalia fece degli utili di bilancio grazie ad una pace sindacale conquistata con quel modello partecipativo.

E forse è proprio il concetto di una prevista “pace sindacale” che ha fatto storcere il naso alla Cgil se, invece, Massimo Ghibelli portavoce della segretaria Camusso ha commentato questo importante fatto affermando che si tratta di “un’idea quantomeno problematica” riprendendosi poi nel dire che comunque rappresenta un primo passo verso l’applicazione di quell’articolo 46 della Costituzione non sempre ben visto dalla triplice.

Insomma le paure della triplice sindacale che fino ad oggi hanno frenato la piena attuazione dell’articolo 46 stanno riemergendo nel momento in cui i lavoratori di un’azienda importante come l’Alcoa possono essere chiamati, senza l’intermediazione sindacale, ad essere protagonisti di scelte aziendali e soprattutto godere anche del frutto degli utili d’impresa.

Di parere opposto il segretario generale di Confintesa, Francesco Prudenzano, che in una nota diffusa plaude all’iniziativa del ministro dichiarando che “la decisione del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, riguardante la partecipazione dei lavoratori di Alcoa al 5% nella nuova società, evidenzia il corretto cambiamento nel rapporto tra lavoratori ed azienda. – continua  Prudenzano – la nostra Confederazione già da tempo ha posto l’attenzione sulla necessità della partecipazione dei lavoratori alle imprese e questo cambio di rotta pone le basi per l’allineamento della normativa italiana a quella degli altri paesi europei che hanno avuto buonissimi risultati sul fronte della produzione, della concorrenza e delle retribuzioni”.

Il ministro Calenda ha già fissato per il 3 maggio il prossimo incontro con i sindacati in attesa che riparta l’attività e si sblocchi il problema dei tanti lavoratori che sono ancora senza ammortizzatori sociali in quanto “Sider Alloys sta facendo le perizie sui macchinari e non ha al momento visibilità su quando riprendere a lavorare. Nel frattempo il nostro impegno è cercare una soluzione con il ministero del Lavoro”.

In attesa non c’è che fare un plauso al ministro Calenda che si distingue, nel grigiore di questo governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione, con un atto del tutto “straordinario” e, ce lo permetta il ministro Calenda, “rivoluzionario”. Attendiamo ora il proseguo di questa vertenza ma se il buongiorno si vede dal mattino c’è ben da sperare. Bravo ministro Calenda… Quando ce vo’ ce vo’.