Antifascisti a Cesena: non affittate la sede a Casapound!

Antifascisti a Cesena: non affittate la sede a Casapound!

28 novembre 2017

L’antifascismo è uno stile di vita. Inutile negarlo, perché è così. Se sei stato fascista vai combattuto, se hai simpatie per il fascismo vai combattuto, se sei semplicemente affascinato dal Ventennio fascista vai combattuto. Anche se sei di destra vai combattuto. Senza possibilità di replica.

E la colpa primaria, la responsabilità vera non è dei soliti antifascisti, quelli dei centri sociali, o quelli dell’Anpi (loro no, non cambieranno mai), ma di quei media che li aizzano (li proteggono e li spalleggiano) fomentando l’odio per i “camerati”.

Anche questa volta è arrivata una grande prova di coraggio contro chi ha semplicemente scelto una strada diversa.

Siamo a Cesena, dove Casapound, che sta ottenendo sempre più consensi in tutta Italia, vorrebbe aprire una nuova sede. Qualcuno, però, sta cercando di mettergli i bastoni tra le ruote, ricorrendo al solito motto “che i fascisti sono il male assoluto”.

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E proprio nei pressi del quartiere dove Casapound starebbe cercando una sistemazione, è stato distribuito un volantino che recita così.

Sappiamo per certo che l’associazione neofascista Casapound è interessata ad aprire una propria sede a Cesena ed è in trattativa per aprirla nel locale situato in via Contrada Albertini numero 28. Il proprietario del locale è il signor (nel volantino il nome è stato oscurato n.d.r.) che ha anche un’agenzia immobiliare in città. Una cosa deve essere chiara: chi affitta locali ad associazioni, partiti o gruppi che richiamano al fascismo ne é complice e non può pensare di ignorare, o nascondere le proprie responsabilità! Il signore è reperibile a questo numero (per la privacy lo abbiamo oscurato, cosa che non hanno fatto gli indomabili antifascisti n.d.r.) e alla mail…  Facciamogli sapere come la pensiamo, le sedi fasciste non le vogliamo. Antifasciste e antifascisti”.

Una firma che racchiude un po’ tutto l’odio e la rabbia nei confronti di chi esprime liberamente le proprie idee.

Alla faccia della democrazia, una vera e propria minaccia, con tanto di nome, cognome, numero di telefono e mail di questo signore, la cui unica colpa è quella di voler affittare il suo locale a Casapound.

Nessuno ne parla, nessuno denuncia, nessuno si indigna. Tutto rientra nella normalità.