
Caso Coriglioni: tra Qatar e San Marino, un intrigo di titoli abusivi, protezioni istituzionali e giustizia veloce
Il nome di Augusto Coriglioni è tornato a circolare nei corridoi dei palazzi della politica e della giustizia sammarinese. L’imprenditore, già noto per essersi presentato come console di San Marino in Qatar senza alcun titolo ufficiale, è oggi al centro di una vicenda che solleva interrogativi inquietanti non solo sulla sua condotta, ma soprattutto sulla trasparenza delle istituzioni della Repubblica del Titano.
La finta diplomazia e la denuncia del Qatar
I fatti sono ormai noti: a Doha, Coriglioni aveva installato una targa che qualificava la sua abitazione come sede di un presunto consolato di San Marino. Un’usurpazione palese di titolo diplomatico, tanto che le stesse autorità di sicurezza del Qatar sono intervenute per rimuovere il simbolo e hanno trasmesso a San Marino un rapporto ufficiale, nel quale si documentava che l’uomo si era dichiarato cittadino sammarinese e aveva depositato atti firmati dal Segretario di Stato Luca Beccari e da un istituto bancario riconducibile allo Stato.
Un caso che, in qualsiasi ordinamento attento alla tutela della propria immagine internazionale, avrebbe comportato conseguenze immediate e severe.
L’archiviazione lampo e il cognome “pesante”
E invece, a San Marino, l’inchiesta giudiziaria ha preso tutt’altra direzione. In tempi record, il Commissario della Legge Elisa Beccari ha archiviato la pratica per usurpazione di titolo, decretando di fatto un non luogo a procedere nei confronti di Coriglioni.
Il dettaglio non è sfuggito: il cognome Beccari è lo stesso del Segretario di Stato agli Esteri Luca Beccari, figura centrale nel governo e, secondo diverse fonti, tra i principali sostenitori di Coriglioni. Un intreccio che non può non destare sospetti, soprattutto considerando che le deleghe del Segretario comprendono aree sensibili come affari esteri, cooperazione economica internazionale, rapporti con la Banca Centrale e transizione digitale: esattamente i settoriche avrebbero potuto garantire al Coriglioni spazi di manovra enormi anche in vista dell’accordo con l’Unione Europea.
La sede fantasma della società
Ad aggravare il quadro, la società sammarinese riconducibile a Coriglioni risulta avere sede legale in una abitazione abbandonata. Una circostanza che evidenzia la natura fittizia dell’operazione e rafforza l’impressione di una rete costruita più per finalità opache che per attività economiche trasparenti.
Dichiarazioni ufficiali e fatti contraddittori
In sede istituzionale, il Segretario di Stato Luca Beccari ha dichiarato di aver diffidato Coriglioni e di voler garantire la massima collaborazione con le autorità qatariote. Ma i fatti raccontano altro:
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a Doha, il Governo ha agito concretamente per smascherare l’usurpazione e ha trasmesso un documento ufficialea San Marino;
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sul Titano, la giustizia ha invece archiviato rapidamente la pratica.
Questa divergenza di approccio mina la credibilità della Repubblica e apre un dubbio inquietante: la “collaborazione” di cui parlava il Segretario è consistita forse nel comunicare in tempi record al Qatar la decisione di archiviazione e non luogo a procedere, con motivazioni quantomeno curiose, salvando così Coriglioni da potenziali conseguenze penali?
Il rischio per la reputazione di San Marino
Il caso Coriglioni non è solo una questione personale. È uno specchio della vulnerabilità istituzionale di San Marino, Paese che negli ultimi anni si è impegnato a presentarsi come un partner affidabile nella comunità internazionale e come hub finanziario trasparente.
Se un cittadino straniero può inscenare una carriera diplomatica fasulla, vantando rapporti diretti con i vertici governativi e arrivando a presentarsi ufficialmente come rappresentante di San Marino all’estero, e se la giustizia sammarinese reagisce accelerando archiviazioni sospette, la conseguenza è una sola: il Titano rischia di essere visto come un Paese opaco, ambiguo, incapace di garantire trasparenza nei propri rapporti internazionali.
Le domande inevase
Restano quindi molte domande:
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Perché la giustizia sammarinese ha archiviato così rapidamente un caso tanto delicato?
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Quali rapporti reali legavano Coriglioni alle istituzioni del Titano?
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Il Segretario Beccari ha davvero diffidato l’imprenditore o ha, di fatto, protetto un proprio sodale?
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Perché non si è dato seguito alle dichiarazioni ufficiali del Qatar?
Domande che attendono risposte chiare. Perché dietro la vicenda Coriglioni non c’è solo la reputazione di un uomo, ma la credibilità internazionale di uno Stato.
Piccolo quanto si vuole, ma pur sempre uno Stato.
LA SASSATA

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