Con un laconico comunicato stampa CDP annuncia la nomina di Carlo Cerami nel consiglio di amministrazione. Nemmeno un cenno sul suo curriculum, non una parola sul motivo di tale scelta o sulle linee guida adottate. C’è infatti un comprensibile imbarazzo in via Goito sulla vicenda che ormai quasi un anno fa aveva visto Giulio Sapelli come candidato successore a Valentino Grant, nominato in quota Lega nel Cda di Cassa depositi e prestiti e poi costretto alle dimissioni per la sua elezione al parlamento europeo. Con l’uscita della Lega dal governo, su quella prestigiosa poltrona di Grant ha provato subito a sedersi il PD con un ritorno di Franco Bassasini, caldeggiato da Fabrizio Palermo per bilanciare la presenza di Gorno Tempini, considerato ostile, e con un appoggio fortissimo di Roberto Gualtieri. Ma la candidatura di Bassasini è stata fortemente osteggiata dalle Fondazioni bancarie azioniste di minoranza di CDP perchè consideravano il loro ex presidente ormai votato alla causa di Palermo. E che, secondo alcuni rumors, avrebbe persino provato a fare le scarpe allo stesso Gorno Tempini, garante delle Fondazioni in una CDP sempre più oggetto di utilizzi politici (prevalentemente a 5 Stelle). Così Bassanini, alla fine, è stato bocciato, nonostante le pressioni fortissime giunte in favore del Presidente di Open Fiber e fondatore di Astrid. Al suo posto, appunto, è stato scelto Cerami: avvocato milanese, amministrativista, organico ad ItalianiEuropei e ovviamente molto legato a Massimo D’Alema, ma con alleati anche nel mondo della Lega e delle Fondazioni bancarie.
Un D’Alema che si rivela ancora molto influente nelle scelte del governo Conte e che dimostra, come dice qualcuno, che il vero ministro dell’Economia è lui…