
COMMISSIONE EUROPEA: partite le grandi manovre di sconfitti e media compiacenti per annullare la vittoria delle destre
Lo danno già per fatto il bis di Ursula
L’annunciano, in un crescendo di ottimistica certezza, politologi e giornalisti, opinionisti e grand commis a nome e per conto delle élite burocratiche di stanza a Bruxelles. Spiegano che i voti, nel parlamento appena eletto, ci sono tutti, che la vecchia maggioranza ppe-pse-liberali-verdi sarà pure azzoppata, ma voterà Von der Leyen perché nel migliore dei mondi possibili (il loro) non c’è spazio per i conservatori di Giorgia Meloni, né per i populisti di Marine Le Pen.
Applaudono i giornali di John Elkann e di Carlo De Benedetti, esulta la tv di Cairo: tutti insieme spiegano che ascoltare gli elettori (figurarsi), sarà pure giusto, ma poi, in certi casi, (almeno nei casi in cui quei cittadini disobbedienti non fanno ciò che vuoi), i voti si possono anche disconoscere.
Quel che omettono è che la Commissione Ue non è esattamente un esecutivo, non viene insediata dal voto popolare, ma dai capi di stato e di governo: sono loro che danno le carte, che nominano ciò che poi il parlamento europeo vota.
E con la Francia che “rischia” di avere tra tre settimane il primo governo del Rassemblement National, la Germania totalmente paralizzata dal crollo dei verdi e dall’avanzata di Afd e l’Italia con il governo Meloni pimpante e nuovamente vincente, per Von der Leyen e la sua agenda green, inclusiva e solidale, bocciata dal voto popolare, il bis diventa difficile. Molto difficile.
Prepariamoci ad una “rieducazione” solo mediatica di stampo vietnamita, sperando di non veder arrivare anche qualche Pol Pot europeo…
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