
Dal TG 5 a ReteQuattro, la “svolta antigovernativa” dei fratelli Berlusconi: che c’è dietro, di grazia?
Cosa sta succedendo a Mediaset? Da quando Piersilvio Berlusconi costringe il TG5 e tutti gli altri telegiornali del gruppo a mandare in onda agghiaccianti “marchette” sui grandi successi e le straordinarie prospettive di MFE, la nuova holding internazionale, gli interrogativi si stanno moltiplicando.
Perché ormai le “novità” editoriali si susseguono giorno dopo giorno. Da un servizio smaccatamente anti-Tajani sulla nuova (e graditissima) iniziativa del governatore calabrese Occhiuto, alle ripetute presenze sui talk di ReteQuattro del giovanissimo consigliere regionale della Lombardia, Paolo Romano, astro nascente della “nouvelle vague” del Pd. E quindi anche lui perfetto per il nuovo corso berlusconiano sul “ricambio generazionale” dei partecipanti alle trasmissioni. Non solo di Forza Italia, dunque.
E non è finita, visto che dopo il fallimentare ingaggio di Bianca Berlinguer, adesso è arrivato anche un altro portatore seriale di flop filo-sinistra del calibro di Tommaso Labate.
Con il risultato che la disaffezione del tradizionale pubblico della rete berlusconiana per antonomasia è ora sempre più evidente. Anche per il crescente ecumenismo, con maggiori aperture verso l’opposizione, perfino nel numero degli opinionisti, di Paolo Del Debbio. Che concede sempre più spazio all’ex-l’Unità Antonio Capranica e all’altrettanto ex-pasionaria del TG1 Tiziana Ferrario.
Perché è fantastico come siano sempre di più gli arruolati post-comunisti nei talk di Mediaset. Compresi “pentiti” del calibro di Paolo Liguori e Tiziana Maiolo o “recidivi” autonomi come Piero Sansonetti.
Ma torniamo ai fratelli di “primo letto” di Berlusconi. Forse saranno solo balle quelle voci che li vorrebbero prima o poi “in campo” come il padre. Sul fatto però che stiano incidendo – e parecchio – sulla linea politica di Antonio Tajani, ci sono pochi dubbi. E il caso Occhiuto, appunto, è lì a dimostrarlo.
Quindi, il quesito è più che legittimo: a cosa mirano le loro interferenze?
L’ipotesi prevalente è che puntino a far diventare Forza Italia un contenitore sempre più grande dell’elettorato moderato di centro. Ed è su questo obiettivo che ritengono Tajani troppo poco coinvolto (e soprattutto troppo schierato al fianco di Giorgia Meloni).
La presidente del Consiglio, per il momento, si limita ad osservare da lontano, facendo finta di credere alle dichiarazioni di stima e amicizia che Marina e Piersilvio le rivolgono in pubblico e in privato.
In realtà, il sospetto di qualche trabocchetto sta cominciando a farsi largo almeno in alcuni dei suoi più fidati collaboratori.
Chi ha ragione?


