Difesa: l’ammiraglio De Giorgi boccia senza appello la riforma Pinotti-Graziano

Finalmente, c’è qualcuno che ha il coraggio di uscire allo scoperto per bocciare senza appello la riorganizzazione delle Forze Armate voluta dalla ministra Roberta Pinotti e dal capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano. Con un’esplosiva intervista a “il Giornale”, in cui riprende tutte le critiche avanzate nei giorni scorsi è sceso in campo l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi.

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Nel riquadro, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Che non è propriamente un passante, visto che fino a meno di un anno fa era il capo di Stato Maggiore della Marina Militare, in piena corsa per una proroga dell’incarico o altrimenti in odore di nomina al vertice dell’AISE, cioè dei servizi segreti con competenza sulla sicurezza all’estero.

Coinvolto nell’inchiesta su Tempa Rossa, De Giorgi attende ora il definitivo scagionamento dal sospetto di comportamenti illeciti, dopo che lo stesso pubblico ministero ha chiesto al gip l’archiviazione delle accuse, rivelatesi inesistenti.

Nell’intervista, l’ex numero uno della Marina non fa nomi, ma attacca chiaramente chi ha voluto il “blitz” attraverso il quale il Consiglio dei Ministri ha varato in fretta e furia il ddl applicativo del Libro Bianco della Difesa, creando sconcerto e malumori a non finire sia tra i militari che tra i dipendenti civili (i cui sindacati sono già in stato di agitazione). E alla Pinotti-Pinocchia e a Graziano-Badoglio saranno fischiate le orecchie. Anche perché De Giorgi avanza chiaramente il sospetto di inquinamenti massonici nell’operazione.

“Non muovo attacchi politici -premette l’ammiraglio- considero però il Libro Bianco pernicioso per l’efficacia delle forze armate, per il controllo democratico delle medesime e più in generale per l’interesse pubblico. Per questo -sottolinea- trovo pericoloso tacere”. Così, tanto per gradire ed entrare in argomento.

Appare addirittura “devastante”, secondo De Giorgi, “la concentrazione di tutti i poteri pregnanti nella figura di un solo generale: il Capo di Stato Maggiore della Difesa. Non si è mai visto in nessuna parte del mondo che si affidi ad un solo generale il controllo sia dei requisiti sia del flusso di cassa…il capo della Difesa diventerà anche il presidente delle commissioni di avanzamento di tutti i generali (inclusi i carabinieri) e ammiragli. Potrà quindi decidere chi andrà avanti e chi resterà indietro e lo potrà fare anche per gli operativi che sviluppano la loro carriera sul campo…Le conseguenze? Le carriere premianti saranno quelle che si sviluppano dietro le scrivanie di via XX Settembre e si incentiverà la formazione di cordate trasversali tra ufficiali di vari gradi e armi. Riprenderanno vigore processi selettivi extra professionali, che faranno riferimento, purtroppo, a meriti di appartenenza a logge, eccetera”.

Chiaro il riferimento al pericolo di inquinamento massonico, no?

Legnata finale: “non c’è giustificazione per cui io abbia la quarta stella…con il beneficio aggiuntivo di un periodo garantito di regno di tre anni, invece dei due attuali, se -come prevede il capo secondo dell’articolato- mi vengono tolte le responsabilità più pesanti, per diventare un mero consigliere del capo di Stato Maggiore della Difesa”

E adesso c’è grande curiosità per vedere come riuscirà  la “spectre” della comunicazione a nascondere anche questa demolizione del decreto applicativo del Libro Bianco. Buona fortuna.

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