Difesa e Armamenti: sì di Di Maio al trasloco dell’UAMA sotto Palazzo Chigi

Alla fine, anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio si è convinto: per risolvere la paralisi dell’UAMA, con c’è altra strada che trasferire quell’Autorita’ sotto il controllo diretto della Presidenza del Consiglio. Ed ora cresce di giorno in giorno, all’interno del governo e della diplomazia, il consenso al trasloco e l’apprezzamento per il “sacrificio” del titolare della Farnesina.

Troppi i rinvii e le pratiche bloccate per paura di possibili conseguenze penali e amministrative. Ormai, all’interno dell’Unita’ per le Autorizzazioni dei Materiali di Armamento, non c’era quasi più nessuno disposto a dare il via libera ad acquisti e vendite. A cominciare dagli ambasciatori e dai ministri plenipotenziari cui spettava l’ultima parola.

“Non è il nostro lavoro e non vogliamo passare guai per colpa della politica”, era il ritornello ogniqualvolta c’era da autorizzare una compravendita di navi, aerei, missili, cannoni, elicotteri e ogni altro genere di armi o armamenti verso paesi non della NATO o dell’UE. E così ora si attende che a breve il premier Mario Draghi, una volta incassati i pareri favorevoli dei partiti di governo, presenti in Parlamento le modalità di un passaggio di competenze diventato ormai inevitabile (e opportuno) per mettere ordine nel campo delle autorizzazioni alle trattative e consentire il rilancio di un settore in sofferenza a causa della burocrazia e delle contraddizioni di matrice politica.

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