Difesa/Esercito: quell’oscuro traffico degli avanzi alla mensa di Cesano (Roma)

Difesa/Esercito: quell’oscuro traffico degli avanzi alla mensa di Cesano (Roma)

28 novembre 2020

Caro direttore,
nei contratti delle mense è previsto che gli avanzi dei pasti giornalieri vengano ceduti alle onlus che ne fanno espressa richiesta oppure che tutto venga smaltito attraverso i canali convenzionali della nettezza urbana.

Questo però non accade nella caserma di Cesano (Roma) dove, ogni giorno, in completa disapplicazione del contratto, gli avanzi dei pasti vengono conservati – non si sa dove e con quali modalità – per essere consegnati alla sera a due militari – un colonnello e un maresciallo – che li utilizzerebbero per scopi strettamente personali.

Quali? Guarda caso queste due persone, oltre a essere proprietari di una fattoria con elevato numero di bestiame, pare che addirittura rivendano a fattori del posto le eccedenze prelevate dalla mensa. Il tutto in cambio di prodotti in natura, per trarne un vantaggio personale.

La cosa sconcertante è che queste due persone non si muovono da sole: i Carabinieri, di buon numero all’interno della base, stranamente non si accorgono di nulla.

Ma la cosa più sconvolgente è che il tutto avviene con la piena complicità del personale della ditta appaltatrice che ovviamente non pensa minimamente ad opporsi, in quanto i prelevanti sono addirittura nella commissione di controllo mensa.

Pertanto in un regime di reciprocità e regole non scritte, ci si scambia il favore a discapito della qualità di vita del soldato.

Vi è quindi il ragionevole dubbio che vegano preparate più derrate per ottenere più avanzi con conseguente aumento di costo per le casse statali.

Nell’attuale contesto socio economico che stiamo vivendo, dove molte famiglie e singoli sono ridotti alla fame, le operazioni delle onlus sono quanto mai importanti.

C’è quindi la sensazione che anche in altre caserme venga disapplicata l’opzione prevista dal contratto a favore delle onlus al solo scopo di favorire queste figure deviate di servitori dello Stato, il che fa emergere più di un dubbio sulla scarsa operazione di controllo che i comandanti attuano nell’individuazione del personale delle commissioni. Che, a questo livello, dovrebbe essere irreprensibile e libero da qualsiasi interesse personale.