“Contrordine compagni!” Era il folgorante inizio delle didascalie con le quali Giovanni Guareschi, sul suo “Candido“, ridicolizzava l’obbedienza pronta, cieca e assoluta dei militanti del vecchio PCI alle direttive del partito. Anche quando, per un banale refuso, risultava stravolto il significato della comunicazione.
Ora, quel grido strozzato echeggia nei corridoi del Ministero della Difesa, dopo che Roberta Pinotti si è resa conto dell’ineluttabilità di mettere mano a qualche passaggio cruciale del disegno di legge applicativo del Libro Bianco.
Intorno alle modifiche in atto c’è grande riserbo, ma qualcosa comincia a trapelare. Dove si preparava la strada per dare ad un “la qualunque“, ad un “signor nessuno“, l’incarico di responsabile per gli armamenti, è stata aggiunta la precisazione “in possesso di requisiti professionali particolari“.
Eh, eh, eh: tana per la Pinotti (beccata con le mani nella marmellata) e per il nervoso “generalissimo” Graziano-Badoglio, che da quando questo sito ha pubblicato in esclusiva il testo del contestato ddl, si stanno dando parecchio da fare per cercare di limare i punti più controversi.
Già, ma che significa “requisiti professionali particolari”? Qui, il mistero si infittisce, perché – a quanto pare – tutto viene rinviato ad un successivo regolamento. Naturalmente non ancora pronto. Chissà, forse vorranno esplicitare che dovrà essere almeno stato amministratore delegato di Servizi Difesa SpA…
Ma ci si può occupare di quella che sarà una delle cariche più delicate della nuova struttura della difesa italiana (industria aerospaziale, cantieristica militare etc. etc.) con questa approssimazione? Non sono sufficienti le figuracce già rimediate in questi pochi giorni e puntualmente documentate da questa testata? Boh!
