DIFESA: ricominciano le “consultazioni parallele” dei consiglieri (?) quirinalizi…
Il lupo perde il pelo ma non il vizio?
Come diceva Andreotti: “A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca“.
Se qualcuno pensava che Francesco Saverio Garofani e il suo fido “Superciuk” Stefano Del Col avessero capito che il loro ruolo al Quirinale non prevede ingerenze o simpatie trasformate in tifo da stadio, si sbagliava.
La loro guerra privata contro il nuovo CSMD, Luciano Portolano, non ha avuto successo. Perché lo stesso Presidente della Repubblica lo stimava ed ha concordato con il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, la soluzione più adatta per le FFAA in questo drammatico frangente internazionale.
Soluzione accettata con serietà anche dagli altri due concorrenti, Carmine Masiello e Francesco Paolo Figliuolo.
Il primo, visto che si era lui stesso impegnato con il Ministro, quando lo nominò Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, a dedicarsi anima e corpo per tre anni a trasformare la forza armata.
Il secondo, perché impegnato ora su più fronti ed è comunque certo che la stima del Ministro e della Premier Giorgia Meloni gli consentiranno di continuare a servire il Paese nei prossimi anni.
Tutti contenti. Tranne Garofani e Superciuk, che hanno continuato a spargere veleno su Portolano.
Ormai anche al Quirinale li guardano con imbarazzo, perché non hanno capito questa loro ostinazione.
Ciò detto, in preda alla smania di vendetta, hanno subito iniziato a muoversi – imperterriti – su altri fronti. Iniziando ad incontrare, più o meno riservatamente, alti ufficiali.
Come al solito. Ad esempio, Garofani ha incontrato il generale Mario Cinque, Capo di Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri, casualmente uno dei possibili candidati alla successione di Teo Luzi per il Comando Generale. Successione che dovrebbe essere decisa a brevissimo, cioè entro ottobre. Chissà se avrà ricevuto (o ha in agenda di farlo) anche gli altri possibili candidati, cioè Galletta, Luongo, Minicucci, Rispoli etc..?
Sarà che tutti sanno delle antiche simpatie da parte di Francesco Saverio per la “cordata Nistri”, quella che chiamavano la “cordata 5 stelle”, caldeggiata da Elisabetta Trenta e che disarticolò la Difesa con la legge sui sindacati militari; la stessa che oggi Garofani critica ma che allora accettò di buon grado.
È più forte di lui e non riesce proprio a rispettare il riserbo che il ruolo gli imporrebbe (come d’altronde l’ineffabile Del Col). Nonostante glielo abbiano già detto tutti.
Si professa ovunque amico fraterno del Ministro (ma certo, come no) e proprio per questo vuole “aiutarlo” a scegliere bene.