Difesa: Vecciarelli rilancia la Commissione di Vertice Unica sognata da Graziano

Difesa: Vecciarelli rilancia la Commissione di Vertice Unica sognata da Graziano

29 marzo 2021
C’è uno spettro che torna ad aggirarsi per i corridoi di via XX Settembre e nei palazzi delle FFAA: il vecchio progetto di Graziano Badoglio per arrivare ad una Commissione di Vertice Unica, presieduta dal CSMD, per tutti gli avanzamenti di grado nelle Forze Armate; non più soltanto per la promozione di generali e ammiragli dalle due alle tre stelle, ma via via verso il basso fino a tenente colonnello e capitano di fregata.
La sta accarezzando il generale Enzo Vecciarelli, attuale Chod, trovando sponda nell’ex-ministra e ora presidente della Commissione Difesa del Senato, Roberta Pinotti.
Il tutto, nella consueta indifferenza di Lorenzo Guerini, che ancora non ha ben capito di cosa si dovrebbe occupare, visto che il ministro-ombra è una funzione che svolge regolarmente l’”autosospeso” Luca Lotti (con la collaborazione del capo segreteria Fausto Recchia), ormai vero capo corrente di Base Riformista (il segretario del Pd, Enrico Letta, ha trattato con lui anche le recenti nomine dei gruppi parlamentari al femminile).
Ma torniamo alle trame di Vecciarelli, sempre più spinto dal predecessore Graziano Badoglio e dall’altro fraterno “consigliori” del Quirinale, l’immarcescibile Rolando Mosca Moschini.
Particolarmente “scottato” per non essere riuscito a far avere la terza stella al suo capostaff Francesco Presicce, al termine dell’ultima Commissione di Vertice dell’Aeronautica, il Chod si è convinto di come avesse ragione Graziano a voler prevedere un meccanismo in grado di creare delle “cordate” in sede di avanzamenti di grado. In modo tale da poter garantire le carriere soprattutto agli ufficiali più fedeli al vertice.
E così sta ora cercando di rispolverare quel demenziale progetto che priverebbe ogni singola forza armata (Carabinieri compresi) del potere di far valutare  i propri ufficiali solo da chi è in grado di conoscerne bene caratteristiche e capacità.
Fortunatamente, questo tentativo è destinato ad abortire. Non esistono infatti motivi di “necessità ed urgenza” per aggirare un approfondito esame da parte del Parlamento, ricorrendo a qualche trucco inserito a sorpresa in un decreto. Saranno problemi di qualcun altro, quando Vecciarelli (e si spera anche Graziano Badoglio, ma sarà difficile, viste le incontrollabili ambizioni) si staranno godendo la pensione.
Già, perché il prossimo 6 novembre scadranno entrambi dai rispettivi incarichi. E del Libro Bianco e del decreto attuativo, non se ne parlerà più. Grazie a Dio.