EUROPEE: fibrillazioni nel M5s per i misteriosi sondaggi messi in rete da Patuanelli e che allarmano la “vecchia guardia”
L’aria pesante che si respira tra le fila dei grillini l’ha ben sintetizzata l’ex ministro e attuale capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, che in un post su Fb in questi giorni ha vestito i panni del sondaggista e del politologo avanzando previsioni elettorali non proprio gratificanti per i 5 Stelle. In soldoni, il 9 giugno festeggeranno Fdi e il Partito Democratico; Lega, FI e M5S intorno al 10%, malino tutti gli altri, secondo Patuanelli.
Uno sfogo che è piaciuto poco ai vertici grillini, tanto che poco dopo l’ex ministro è stato costretto a cancellare il post, rimasto tuttavia agli atti della rete.
Il punto è che sembra che quelle previsioni diffuse con una certa leggerezza siano il riflesso dell’ultimo sondaggio interno commissionato proprio da Giuseppe Conte. Se così fosse, sarebbe una debacle memorabile e sono in molti all’interno del partito a maturare dubbi e perplessità sulla leadership dell’ex avvocato del popolo.
Tra i “molti”, ci sarebbe anche Beppe Grillo, in queste settimane inondato da telefonate di parlamentari e attivisti insoddisfatti del nuovo corso. Il messaggio che trapela dai veterani, tra cui figurano Roberto Fico, Paola Taverna, lo stesso Patuanelli è molto semplice e potremmo riassumerlo così: “Non possiamo far finta di non vedere come queste elezioni europee siano state le prime ad essere fortemente connotate dalla leadership di Giuseppe Conte”. Dalle scelte delle liste alla linea di continuo scontro e conflittualità con Elly Schlein.
Ebbene, un 10% significherebbe dimezzare i voti rispetto al 2019. Non solo, rappresenterebbe una totale disfatta sulla linea adottata fino ad ora da Giuseppe Conte. Ed è in questi casi che gli animi grillini tornano alle origini, riecheggiando una nuova gestione collegiale che ripartisca meriti e responsabilità in modo più omogeneo. C’è chi rievoca il vecchio Direttorio, chi consiglia di riportare dentro Virginia Raggi e Alessandro Di Battista (che con chiunque parla non manca mai di sottolineare le grandi capacità comunicative di Giorgia Meloni) e c’è chi, invece, non ci pensa proprio a cedere il passo ai frontman di un tempo e preferisce appellarsi direttamente al Garante del M5S, alias Beppe Grillo.
Il comico genovese, che ha un bel po’ di pelo sullo stomaco, al momento consiglia a tutti cautela e prudenza, specificando ai suoi interlocutori che non esistono padri padroni nel Movimento; che questo è figlio e frutto del lavoro dei suoi attivisti; e che, laddove una leadership dovesse indebolirsi, non significherebbe necessariamente un indebolimento del partito.
“Le risorse sono tante”, va ripetendo Grillo a chi lo chiama in queste ore. Come a dire: morto un Papa, se ne fa un altro…