GSE/AU: misure di sicurezza sotto accusa nell’indifferenza di Ripa di Meana, mentre Bubbico fa campagna elettorale
Che il gruppo GSE fosse diventato una succursale per politici “trombati” tipo Leonardo, non era un mistero per nessuno. E il blitz con il quale il tandem delle nomine di Palazzo Chigi, Giavazzi-Funiciello, aveva avuto la grande idea di paracadutarci al vertice addirittura un amministratore unico, Andrea Ripa di Meana, non poteva certo risolvere i mille problemi esistenti all’interno. Anzi, ha solo finito per aggravarli. Come dimostrato dalla facilità dell’hackeraggio di fine agosto, dopo che da almeno cinque giorni i “gatti neri” sono riusciti ad infiltrarsi e a saccheggiare una marea di dati sensibili senza che i sistemi di sicurezza si accorgessero dell’intrusione. Tanto è vero che ancora oggi il caos regna sovrano e un silenzio sempre più inquietante da parte dell’azienda continua a tenere nascoste le reali dimensioni dell’avvenuta pirateria. Con un numero imprecisato di conti correnti di imprese e privati nelle mani degli hacker.
Cosi, mentre il prode Ripa di Meana non da’ segni di essere corso ai ripari per il futuro (o almeno il suo caritatevole supercomunicatore Comin non ne ha avuto contezza), c’è pure chi nel gruppo GSE può tranquillamente dedicarsi alla campagna elettorale in favore del “suo” Pd. Come ad esempio l’ineffabile Filippo Bubbico, formalmente AD di Acquirente Unico. Basta andare sul sito del sottosegretario Enzo Amendola, candidato proprio bei vecchi possedimenti elettorali di questo curioso manager pubblico che continua “a fare politica con altri mezzi”. Abbracci e sostegni nel suo paese natale: tutto normale, anche per Ripa di Meana, Giavazzi e Funiciello?