Il Messaggero e le foibe: ovvero come nascondere gli assassini se sono comunisti

Il Messaggero e le foibe: ovvero come nascondere gli assassini se sono comunisti

27 ottobre 2025

Il titolo del Messaggero è intrigante e attira subito l’attenzione: “Vittoriano—-Ricordare le foibe—-In una mostra le verità oltre il buio”. L’inizio dell’articolo, addirittura folgorante: “La tragedia delle foibe ha la sua prima grande mostra”.

Con queste premesse, ti aspetteresti un racconto particolareggiato su quello che subito dopo viene definito “l’eccidio di civili e militari italiani, esuli istriani, fiumani e dalmati” da parte dei partigiani comunisti del maresciallo Tito.

Macché, non se ne parla proprio. Ti devi accontentare di sapere che “furono risucchiati nella complessa vicenda del confine italiano orientale con la Jugoslavia”. Punto.

Risucchiati”: ma non è meraviglioso?

Andiamo avanti. “Una memoria che prende forma nelle immagini dei corpi gettati nei grandi inghiottitoi carsici, le foibe, come le chiamano in Venezia Giulia”.

Ecco, secondo il quotidiano romano, questa è la giusta presentazione di una mostra a ottant’anni da quegli eccidi e a venti dall’istituzione della “Giornata del Ricordo” voluta da quel pericoloso presidente filo-fascista di Carlo Azeglio Ciampi.

Mai un accenno al fatto che quelle migliaia e migliaia di “corpi gettati nei grandi inghiottitoi carsici” appartenevano a martiri — spesso ancora vivi — che avevano come unica colpa quella di essere italiani. E che venivano appunto “giustiziati” dai partigiani comunisti titini nell’ambito di una vera e propria “pulizia etnica”, a prescindere dalle idee politiche o dalla militanza delle vittime prescelte.

Una tragedia e un conseguente esodo che coinvolse 350mila persone.

Che però, secondo il Messaggero, non aveva e non ha tutt’ora natura e responsabilità politiche da ricordare.

Complimenti vivissimi.