La 7 e l’indipendenza dell’informazione secondo Salerno

La 7 e l’indipendenza dell’informazione secondo Salerno

13 luglio 2025

Se siete un po’ depressi od obnubilati dal caldo e cercate disperatamente qualcosa in grado di risollevarvi l’umore, non perdetevi l’intervista di Andrea Salerno al “Corriere della Sera”, ormai ridotto ad house organ del Gruppo Cairo Editore.

La scusa è quella di tranquillizzare la politica (e l’altro illustre commentatore, Roberto Saviano) sui limiti della collaborazione del super procuratore Gratteri in tema di mafia.

Ma anche l’occasione per provare a sostenere – con invidiabile sfacciataggine – che il successo de “La 7” è soltanto frutto della libertà garantita dall’editore ma soprattutto dall’assoluta “indipendenza” e varietà dei suoi conduttori e opinionisti. Che siano giornalisti, storici o professori universitari.

Certo, come no. Basta seguire a caso uno dei talk della rete, dove – a parte qualche “foglia di fico”, meglio se di seconda o terza fila – ospiti e commentatori al 90% sono sempre di sinistra.

Debitamente inginocchiato, l’intervistatore prova allora timidamente ad alzare la palla. Ecco due esempi di domande incalzanti: “Cosa risponde a chi accusa La 7 di dare in qualche modo voce all’opposizione al governo?”; “molti rappresentanti del governo o comunque di quell’area rifuggono il confronto: non vengono nei vostri programmi”.

Meravigliosi quell’“in qualche modo” e quel “rifuggono il confronto”, no?

E così Salerno può schiacciare senza ritegno e senza pericolo di essere contraddetto: “Va tutto bene… Noi invitiamo sempre tutti… Non trovo giusto negarsi… Lo ribadisco: La 7 non è un partito politico… è una rete televisiva libera, il pubblico apprezza questo credo”.

Sipario.