Risiko bancario: il golden power “di Castagna” è un pasticcio e fa avanzare Orcel

Risiko bancario: il golden power “di Castagna” è un pasticcio e fa avanzare Orcel

14 luglio 2025

La frittata del golden power su UniCredit è ormai quasi pronta. Dopo che il Tar ha bocciato metà delle prescrizioni (2 su 4) imposte dal decreto del Presidente del Consiglio, ma in realtà scritte dal Mef in coordinamento ufficioso con Banco Bpm, manca solo la lettera della Commissione Europea e la figuraccia è servita.

In un tempo che va da “tra poche ore” e “tra pochi giorni” Bruxelles infatti invierà all’Italia le sue considerazioni sulle prescrizioni golden power imposte dal governo nell’acquisto del Banco da parte di Orcel.

La sensazione – anzi è quasi una certezza – è che i burocrati europei faranno una pernacchia all’Italia e confermeranno solo una prescrizione: l’obbligo di UniCredit di uscire dalla Russia.

Una pessima figura per chi ha utilizzato uno strumento di difesa nazionale per fare un favore a Giuseppe Castagna e alla Lega, che ha voluto fortemente opporsi a qualsiasi pretesa sul Banco da parte del secondo istituto di credito italiano.

E forse è per questo che la Presidente del Consiglio Meloni si è giustamente irritata: le hanno fatto firmare un decreto che adesso toccherà rivedere, ma che soprattutto ha messo in discussione l’istituto del golden power. Uno strumento per tutelare gli interessi nazionali, non quelli di un partito.

E il motivo per cui la Lega si è tanto spesa nella vicenda, facendone fare la spese alla premier, resta un mistero.

Orcel di sicuro non si è comportato bene con il Mef in passato e Giorgetti è arrivato a considerarlo un interlocutore non affidabile, però le motivazioni per ostacolare l’opa sul Banco non hanno mai retto.

Parlare di sicurezza nazionale per UniCredit che compra Bpm, quando si è permesso ai francesi di Credit Agricole di arrivare al 20% del capitale della banca milanese è una contraddizione troppo palese. Sì, perché mentre si ostacola Orcel, Parigi è avanzata ed è diventata il socio influente dell’altro istituto di credito.

Ci dev’essere per forza qualcos’altro, nel congelatore di piazza Meda, che sta molto a cuore ai leghisti.

Sta di fatto che Andrea Orcel, il George Clooney della finanza, avanza con il suo sorriso a suon di ragioni conquistate nelle aule dei tribunali e dei regolatori europei.

Quando anche Bruxelles dirà ufficialmente la sua sul golden power il governo dovrà necessariamente trovare una strada per uscire dal guado.

Intanto il mercato sta alla finestra in attesa di capire se UniCredit rilancerà sul prezzo del Banco.

L’estate del risiko è appena iniziata.