Leonardo: accordo Pd-M5S per un’uscita “soft” di Profumo; Conte ci riprova con Arcuri
Il M5S non ha perso tempo per far suonare a morto la campana nei confronti di “Arrogance” Profumo. Anche se si tratta solo del verdetto di primo grado (e malgrado le conclusioni “innocentiste” della Procura di Milano), una condanna a sei anni di carcere, con tanto di interdizione dai pubblici uffici, fa scattare quantomeno i criteri di opportunità. E quindi l’AD deve lasciare l’incarico.
Il precedente di Mauro Moretti, dopo la condanna per la strage ferroviaria di Viareggio, è un macigno insormontabile. Non sarà, però, un’operazione semplice e veloce. E difatti quello dell’uscita “soft”, è il massimo risultato che il M5S riuscirà ad ottenere. Perché il Pd sa bene di non poter fare le barricate in difesa di Profumo, ma non può neppure accettare una defenestrazione immediata di uno dei più importanti manager di riferimento.
Nel frattempo, sono già cominciate le “grandi manovre” per la successione. Con Giuseppe Conte più determinato che mai ad ottenere la poltrona di “Arrogance” per il suo supercommissario di fiducia, Domenico Arcuri. Preso atto del fallimento dell’offensiva per sistemarlo al posto di Fabrizio Palermo al vertice di Cdp (ritenuto intoccabile, per i risultati raggiunti, sia dal M5S che dal Pd), il premier non vuole farsi sfuggire la ghiotta occasione di sistemare il fedelissimo manager prima dell’esplosione generalizzata degli effetti dei suoi molteplici “flop” in tema di provvedimenti straordinari anti-Covid.
Ma al di là delle pretese di Palazzo Chigi, all’interno del governo si punta piuttosto su Giuseppe Giordo, attuale DG della Divisione Navi Militari di Fincantieri, o su Lorenzo Mariani, ora AD di MBDA Italia e prima “vittima eccellente” di Profumo, che lo aveva patito come possibile rivale alla sua conferma al vertice di Leonardo.