“Mare Sicuro”, Vecciarelli estromette Cavo Dragone (ma la Trenta lo sa?)

“Mare Sicuro”, Vecciarelli estromette Cavo Dragone (ma la Trenta lo sa?)

18 luglio 2019

L’ammiraglio Cavo Dragone è stato estromesso dal comando di “Mare Sicuro” dal CSM della Difesa Vecciarelli, che prende il suo posto alla guida dell’operazione di sicurezza marittima attiva dal 2015.

Una mossa che lascia perplessi, poiché – come contemplano i regolamenti militari – al comando dovrebbe esserci il Capo di Stato Maggiore della Marina (per definizione, il massimo esperto di operazioni aeronavali) e non un generale dell’Aeronautica, senza alcuna esperienza navale e nemmeno di operazioni aeree in campo marittimo. Per capirci, sarebbe come se il comando della difesa aerea nazionale fosse assunto da un alpino.

E non è una battuta. Ce lo ricordiamo tutti come è stata “gestita” la vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò impegnati in una missione di protezione della nave mercantile italiana Enrica Lexie. Il comando operativo era detenuto dall’allora CSM della Difesa, il generale Biagio Abrate. Alpino. Mentre il controllo operativo era esercitato dal Comandante del COI, il generale Marco Bertolini. Paracadutista.

Venuti a sapere della richiesta indiana di far rientrare l’Enrica Lexie in acque territoriali indiane e poi in porto, Abrate e Bertolini rimasero immobili come totem. Non furono capaci di decidere nulla. Una situazione del genere poteva essere gestita solo da chi deteneva il comando operativo. L’Italia sta ancora pagando sulla propria pelle le conseguenze di quella vicenda e potrebbe succedere di nuovo.

Dunque che bisogno c’è di sostituire il Capo di Stato Maggiore della Marina con quello della Difesa, trattandosi di compiti e responsabilità del tutto differenti? Senza nulla togliere a Vecciarelli, l’ammiraglio Cavo Dragone ha 40 anni di esperienza sulle spalle fra cui importanti comandi quali la Portaerei Garibaldi e le Forze Aeree della Marina. Se non lui, quantomeno qualcuno che abbia la medesima competenza ed esperienza.

Assumere il comando di un’operazione squisitamente marittima da parte di un generale dell’Aeronautica senza alcuna preparazione ed esperienza specifica sfida qualunque logica. E, soprattutto, viola le attribuzioni del CSMM stabilite per legge.

Art. 98. Attribuzioni del Capo di stato maggiore della Marina militare: il Capo di stato maggiore della Marina militare in base alle direttive del Capo di stato maggiore della difesa: a) è responsabile dell’approntamento e dell’impiego del dispositivo per la difesa marittima del territorio, delle relative linee di comunicazione e a tal fine coordina l’impiego di tutti i mezzi che a essa concorrono, ivi compresi quelli messi a disposizione dalle altre Forze armate, anche nell’assolvimento degli impegni derivanti da accordi e trattati internazionali.

Ma oltre all’incompetenza nel settore delle operazioni navali, c’è anche da chiedersi come farà il generale Vecciarelli ad assicurare la continuità di presenza e di attenzione per assolvere alle responsabilità del comando operativo di un gruppo navale, visti i suoi continui impegni internazionali (fra cui spiccano le frequenti viste negli Emirati Uniti o la gestione dei numerosi programmi di acquisizione di armamenti).

Chi prenderà le decisioni operative in assenza di Vecciarelli? Il Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, Generale delle trasmissioni De Leverano? Oppure il comandante ad interim del COI Generale dell’Aeronautica Lanza de Cristoforis?

Perché non avvalersi del Capo della Marina che dispone di tutte le articolazioni della Marina che sono specializzate nella gestione e nel comando di Forze Aeronavali, dalle più complesse che vedono le portaerei coinvolte a quelle di pattugliamento marittimo? Senza menzionare che quando sono impiegati i sommergibili il comando operative viene esercitato in tutte le Forze Armate del Mondo dal Capo della Marina proprio per la sensibilità dell’impiego dell’arma subacquea.

Forse il Generale Vecciarelli dimentica che si può delegare l’autorità, ma non la responsabilità. Che rimane sempre in capo a lui anche quando impegnato nei suoi numerosissimi viaggi all’estero e a prescindere dalla sua ignoranza in materia.

Se l’operazione “Mare Sicuro” non dovesse raggiungere gli scopi immaginati dalla politica la colpa, infatti, ricadrebbe interamente sul generale Vecciarelli: si troverà a rispondere davanti al magistrato per ogni incidente in mare, ritardi d’intervento, accuse di facilitazione dell’immigrazione clandestina o per respingimento di persone in fuga dai campi di concentramento libici, per morti in mare per mancati SAR (le operazioni di ricerca e soccorso) e le altre miriadi di problemi connessi all’esercizio del comando operativo di una flotta in mare. Per non parlare della responsabilità di supporto logistico e operativo alle navi.

Sin dal suo avvio, nel 2015, il comando operativo di Mare Sicuro non a caso è sempre stato assegnato al Capo di Stato Maggiore della Marina senza inventare catene di comando scombiccherate, nonostante i maldestri tentativi dell’Alpino Graziano Badoglio, naufragati davanti alle argomentazioni della Marina Militare e alla forza del buon senso comune.

Cosa è successo adesso per giustificare questa improvvida decisione presa nottetempo?

Stando alle indiscrezioni, il motivo di questa operazione avrebbe svariate origini: una risiederebbe nelle resistenze dell’Ammiraglio Cavo Dragone alle mire dell’Aeronautica di assorbire la componente imbarcata degli F35 – sistema d’arma primario della portaerei Cavour. I maligni sostengono anche che Vecciarelli voglia mettersi in luce con il ministro Salvini visto il tema dell’anti-immigrazione e, già che c’è, far perdere prestigio all’ammiraglio Cavo Dragone, appena nominato Capo di Stato Maggiore della Marina, facendolo apparire debole davanti alla sua Forza Armata.

Comunque stiano le cose, una domanda necessita urgente risposta: ma Vecciarelli, prima di prendere una decisione così dirompente, si è consultato con la Ministra Trenta?