Massoneria: crescono nervosismo, denunce  ed epurazioni in attesa della decisioni della Corte Centrale; domani la camera di consiglio

Massoneria: crescono nervosismo, denunce ed epurazioni in attesa della decisioni della Corte Centrale; domani la camera di consiglio

21 marzo 2024

C’è’ sempre più nervosismo nella massoneria italiana dopo le elezioni che hanno decretato vincitore Tonino Seminario grazie alla riunione notturna della CEN ( comitato elettorale nazionale ) che alle 4 di notte ha ribaltato il responso delle urne, annullando un po’ voti per Leo Taroni. E per domani alle 10,a Villa del Vascello, e’ già stata fissata la camera di consiglio della Corte Centrale per i ricorsi elettorali che dovrà decidere definitivamente (ma è molto probabile che la vicenda si trascinerà di fronte anche alla magistratura ordinaria).
A dire il vero, gia’ si era arrivati alle elezioni in un clima da guerra fredda con l’attuale Gran Maestro uscente Stefano Bisi da molti mesi all’opera per espellere i concorrenti e i dissidenti e addirittura impegnato nel tentativo di non far accettare la lista 1 di Taroni concorrente alla lista 2 di Seminario,  tentativo non riuscito anche grazie agli articoli che lo hanno denunciato.
Alle elezioni la lista 2 di Tonino Seminario ha preso 6.467 voti –  la stragrande maggioranza dei quali in Calabria e Sicilia – e la lista 1 di Leo Taroni ha ottenuto 6.482 voti – spalmati su tutte le regioni d’Italia, ma concentrati prevalentemente al Nord – aggiudicandosi così le elezioni per 15 voti.
Il 9 marzo infatti si era poi riunita la Commissione Elettorale Nazionale, deliberando  a maggioranza risicatissima  ( 8 a 7) l’annullamento  di una serie di voti della Lombardia ( regione dove Taroni ha stravinto ) utilizzando come alibi la presenza nella scheda del talloncino elettorale di garanzia voto.
Com’è ormai noto (vedi precedenti Sassate), nelle precedenti elezioni dove vinse Bisi. lo stesso CEN ritenne invece validi tutti i voti con la presenza del talloncino.
Che ci possa essere timore di venir fermati dalla giustizia “profana” lo si vede anche dalle epurazioni che sono prontamente seguite, tipiche di qualsiasi “golpe” che si rispetti. Eh si, perché subito dopo il ribaltamento del voto del 9 marzo sono stati destituiti dalle cariche della Gran Loggia ( l’organo che delibera e guida il GOI ) molti esponenti di spicco che avevano appoggiato Taroni.
Le epurazioni per ora sono 10, di cui
3 in Lombardia, 2 in Piemonte, 2 in Emilia-Romagna, 1 in Sardegna.
In materia elettorale in Italia vige il principio del “favor voti” che prevede che il voto debba essere ammesso ogni volta che si possa desumere la volontà chiara dell’elettore mentre devono essere dichiarati nulli solo quei voti i cui siano presenti inequivocabili segni di riconoscimento
Questo “favor voti “ è stato riconosciuto da diversi atti della giurisdizione italiana – a cui la massoneria e il GOI devono attenersi – come il testo unico delle leggi per l’elezione della camera dei deputati.
In conclusione, per la legge italiana il voto espresso su scheda a cui non è staccato il talloncino sono da ritenersi validi.
Fra l’altro la lista 1 di Leo Taroni ha anche depositato una denuncia per associazione a delinquere nei confronti degli 8 membri del CEN che non hanno applicato la legge italiana e sono andati contro le stesse decisioni in merito delle precedenti elezioni.