Non siamo “anti” nessuno. Facciamo solo cronaca

Non siamo “anti” nessuno. Facciamo solo cronaca

01 dicembre 2017

Una cosa che un giornalista non dovrebbe mai fare è “copiare” le idee dei colleghi ma a volte ci sono idee e gesti che vale la pena di emulare anche e soprattutto se rimangono sempre nella grande famiglia di Sassate.

Due giorni fa la collega Giusi Brega, che segue da tre anni il filone ANAS e che con i suoi articoli pubblicati sull’Ultima Ribattuta ha portato alla luce le “cose strane” che accadono in quell’Ente, ha firmato un pezzo dal titolo “ANAS, due anni e 9 mesi di amore-odio.Per desiderio di verità, nulla più spiegando i motivi che l’hanno spinta a seguire, giornalisticamente parlando, il “filone ANAS”.

Ho trovato mille analogie dal racconto di Giusi con quanto accaduto a me che, da ormai tre anni e cinque mesi, scrivo sulle vicende interne all’Ugl concedendomi, quando in via delle Botteghe Oscure me lo lasciano fare, il lusso di parlare di temi ben più importanti per il mondo del lavoro italiano e scivolando spesso anche su temi culturali.

Le analogie con il pezzo di Giusi attengono al fatto che siamo usciti da nemmeno una settimana e già ho avuto (ahimè) materiale per scrivere quotidianamente su Sassate in merito alle continue notizie che ci arrivano dal sindacato diretto da Francesco Paolo Capone.

Quello che è successo a Giusi Brega, insulti e minacce e querele (anch’esse archiviate), è capitato anche a me nei mesi passati ma il mio motto è sempre stato “me ne frego” e pur di raccontare le verità sono disposto a fare i conti con atteggiamenti umani incivili e, purtroppo, molto arroganti.

Ecco perché è scattata in me la voglia di emulare la mia collega Brega nel voler scrivere, anche io, il come e il perché mi occupo di questo tema che forse interessa una cerchia delimitata di persone ma che raggiunge tutto il territorio nazionale viste le visualizzazioni che ogni mio pezzo riceve sul web.

Anche io una volta fui contattato dal nostro direttore Guido Paglia, con il quale avevo collaborato quando questi dirigeva il Giornale d’Italia (lì avevo come obiettivo la Ministra Fornero e la sua legge scellerata), che lesse una mia lettera aperta inviata ad alcuni amici su quanto stava accadendo all’Ugl.

Il direttore mi chiese se ero disposto a scrivere sull’Ultima Ribattuta e così iniziai non pensando, però, che l’oggetto principale dei miei pezzi dovesse essere l’Ugl.

Il fatto è che come scrissi il primo pezzo le visualizzazioni schizzarono in alto e quindi, fatemelo confessare, ci presi gusto (sfido qualsiasi giornalista a non avere la mia stessa reazione narcisista).

Purtroppo non facevo in tempo a scrivere un pezzo che in via delle Botteghe Oscure succedeva qualcosa e dovevo iniziare di nuovo a scrivere. Sono stato accusato di scrivere menzogne e falsità ma nessuno mai è stato in grado di smentire quanto scrivevo.

Evidentemente scrivevo il vero. Stessa cosa sta succedendo su Sassate ma come dice il vecchio proverbio “non ragionam di lor ma guarda e passa”.

Questa volta ci e mi è stato detto che con la nuova testata non avrei perduto “il vizio di raccontare una verità addomesticata e piegata, pur di farla coincidere con la campagna anti-UGL”.

Debbo dare atto al segretario confederale dell’Ugl Luca Malcotti, che mi ha scritto queste cose, di essersi firmato anche perché è uno dei pochissimi dirigenti dell’Ugl che stimo e con il quale scambio spesso liberamente idee e opinioni.

Dato, però, che di quella frase quello che più mi ha colpito non è tanto il fatto che racconterei “una verità addomesticata e piegata” ma la fine della frase ovvero che i miei articoli sono tutti coincidenti con “una campagna anti-Ugl”.

Ho risposto al mio amico Luca, sia pubblicamente che privatamente, in merito a quanto da lui affermato e quindi non è a lui che mi rivolgo ma a tutti coloro che hanno fatto propria, in questi giorni, questa teoria dell’anti-Ugl.

Debbo dire che anche questa volta gli attestati di stima e i ringraziamenti per raccontare quanto succede nelle sacre stanze di via delle Botteghe Oscure sono di gran lunga superiore alle critiche e agli insulti pubblici e privati che mi giungono ma vorrei sgombrare il campo all’inizio di questa nuova avventura giornalistica sul fatto che, io anzi noi, non scriviamo contro nessuno e non siamo “anti qualcuno“ al contrario scriviamo, come ha detto benissimo Giusi Brega nel suo pezzo, per “trovare la verità e raccontarla. Contribuire, se possibile, a cambiare in meglio le cose“.

Siamo o sono un presuntuoso forse. Di sicuro come i miei colleghi crediamo fermamente in ciò che scriviamo e siamo anche disposti a riconoscere di sbagliare se qualcuno ci dimostra il contrario di ciò che scriviamo. Questo vale anche per quello che pubblico sull’Ugl.

Non è con le querele (che vengono archiviate) che si costruisce la verità, non è con gli insulti o le intimidazioni che si ferma la penna o la tastiera di un pc di un giornalista.

Caso mai è con il dialogo che si arriva ad una condivisione di alcune posizioni, che all’inizio possono sembrare distanti e che rendono acceso il dibattito, ma poi possono farsi sintesi parlando e dialogando. Non ci sembra che questa volontà, non certo per colpa nostra, si sia manifestata in via delle Botteghe Oscure.

Ci dispiace? Sì lo ammetto ma non per smettere di raccontare ma per verificare se, come mi stanno scrivendo pubblicamente molti amici dell’Ugl, “il cambiamento” è iniziato.

Sinceramente a me non sembra fino a dimostrazione contraria. Chiedendo scusa alla collega per le “copiature” assicuro tutti i nostri lettori, che continuerò a scrivere su questo tema non per spirito contrario ma, rubando ancora la frase con cui Giusi Brega chiude il suo pezzo, “con la stessa serietà, correttezza e imparzialità. Chi vuole ci segua”.