“Guerra del mare” Onorato-Grimaldi: sindacati veri e compiacenti, utili veri e annunci-civetta, politici e media silenti

“Guerra del mare” Onorato-Grimaldi: sindacati veri e compiacenti, utili veri e annunci-civetta, politici e media silenti

28 aprile 2018

Vincenzo Onorato ci aveva provato a fare chiarezza. Puntando sulla buonafede dei suoi interlocutori. Con un comunicato stampa, aveva spiegato con precisione su cosa si fondava l’equivoco di utilizzare anche lui equipaggi e personale straniero (ma non extra-comunitario) con contratti non adeguati agli standard italiani.

Non era colpa sua ma, casomai, degli armatori di quattro navi in affitto che, peraltro, erano tenuti a rispettarli proprio in forza degli impegni presi con il suo gruppo. Macché, fatica sprecata. Ai confederali di CGIL-CISL-UIL, di quelle spiegazioni non interessava un fico secco. E così, ecco subito un bella nota dai toni scandalizzati e livorosi diretta a chiunque: bisogna intervenire subito, è uno scandalo.

Naturalmente, manco mezza parola per chiedere di controllare i contratti degli equipaggi zeppi di marittimi – non stranieri ma extra-comunitari – imbarcati dalla Grimaldi. Certo, quell’armatore è “buono” e va protetto in ogni modo. Anche perché garantisce alla Triplice fino a 300 dollari l’anno per ciascun marittimo, italiano, comunitario o extracomunitario che sia. Pecunia non olet

Ma la nota fa ancora di peggio. Ignora che i sindacalisti confederali di Napoli e Catania sono stati in prima fila pochi giorni prima nella difesa dei marittimi mandati a casa dalla New TTT Lines, appena rilevata dall’ineffabile Grimaldi. Quasi 200 lavoratori licenziati dall’oggi al domani. E solo una parte dei quali, stando a vaghe promesse verbali, potranno essere riassorbiti. Ma rinunciando all’anzianità maturata e ad altri vantaggi contrattuali concessi dal vecchio datore di lavoro.

MARITTIMI PER IL FUTURO — Di fronte a tanta malafede, è toccato al nuovo sindacato di base “Marittimi per il futuro”, già fortissimo tra le decine di migliaia di lavoratori a spasso e che sta drenando giorno dopo giorno iscritti dei confederali, organizzare una manifestazione di protesta a Sorrento, davanti all’albergo dove si svolgeva il convegno dell’ALIS organizzato dalla famiglia Grimaldi. Ecco il video:

Il comunicato firmato da Vincenzo Accardo ed il suo accorato e scandalizzato intervento (guarda l’intervista su TVCity) è esemplare per fotografare la situazione:

“Il nostro codice della navigazione venne approvato con Regio Decreto il 23 marzo 1942. Da allora e fino all’entrata in vigore della legge n. 30/98, su qualsiasi tipo di naviglio battente bandiera italiana, vigeva l’obbligo di arruolare marittimi italiani, senza alcuna deroga” si legge sul sito di Marittimi per il futuro. 

“Per oltre 50 anni nessuno ha mai accusato gli armatori di essere razzisti, xenofobi e ultra nazionalisti. D’improvviso una mirata crociata contro l’armatore Vincenzo Onorato che viene accusato di razzismo perché colpevole di imbarcare sulle sue navi 4500 marittimi di nazionalità italiana”.

“Recentemente l’armatore Manuel Grimaldi ha annunciato che assumerà 500 marittimi italiani. Oggi addirittura lo stesso armatore ha raddoppiato: invece di 500 marittimi, ha annunciato che ne assumerà 1000, senza però specificare la nazionalità“.

“La stampa a lui vicina ha ripetutamente evidenziato l’importante decisione dell’armatore, che in questo caso non è razzista ma salvatore dell’occupazione. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”.

“L’armatore Grimaldi non si è limitato a dire, ma a fare tutto il contrario di quanto annunciato. È tuttora d’attualità la vertenza contro la società di navigazione New TTTLines che ha annunciato il licenziamento di 200 marittimi. Da notare che la menzionata società, dal 50% è passata al 100% sotto il controllo di Grimaldi Group. Quale migliore occasione di assumere i 200 marittimi della New TTT Lines?” – si chiede.

“I marittimi italiani da assumere si sarebbero ridotti a 300 rispetto ai 500, annunciati. Oggi 1000! Bla, bla, bla… intanto i marittimi italiani continuano a morire di fame e anche i 200 della New TTT Lines si andranno ad aggiungere alle migliaia di marittimi disoccupati per colpa della triplice che attraverso accordi in deroga alla legge 30/98 ha permesso l’imbarco di marittimi extra comunitari in sostituzione di marittimi italiani/comunitari” – spiega.

“Detta legge – riporta il sito – per un breve periodo di tempo ha significato occupazione ma poi “grazie” agli accordi sindacali in deroga gli armatori hanno potuto utilizzare marittimi extra comunitari (sottopagati) a discapito dei marittimi italiani/comunitari”.

“Va ricordato che tuttora gli armatori […] beneficiano di invidiabili aiuti previdenziali e fiscali, che consistono nella quasi totale esenzione del pagamento dei contributi INPS ed incassare (anziché inviare all’erario) gli importi IRPEF trattenuti ai marittimi” – denuncia l’associazione.

“Reiteriamo la richiesta di abolire tutti gli accordi in deroga alla legge 30/98. Ciò significherebbe l’imbarco di oltre 10.000 marittimi di nazionalità italiana/comunitaria e l’imbarco di almeno 3.000 allievi ufficiali italiani. Per la triplice l’abolizione degli accordi in deroga alla legge30/98 potrebbe comportare l’abolizione del contributo che gli armatori versano (per ogni extracomunitario imbarcato percepiscono 300 dollari) alla stessa triplice che annualmente ammonta a circa 15 milioni di dollari Usa. Un vero conflitto di interessi”.

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MOBY — Mentre si svolgeva la protesta a Sorrento, la compagnia leader del gruppo Onorato varava il bilancio 2017. Un consuntivo dai risultati clamorosi: utile triplicato (24 milioni contro i 7,7 del 2016) e ricavi in crescita del 9 per cento, grazie a 6,5 milioni di passeggeri e ad un +13 per cento nel traffico merci.

Bene, dove si sono potuti leggere questi dati? Malgrado siano stati diffusi dall’Ansa, soltanto sul “Telegrafo” e su qualche media minore.

Adesso, per giudicare il servilismo dei giornalisti italiani aspettiamo con ansia i dati di bilancio e la conseguente pubblicizzazione del gruppo Grimaldi. Voce crediti compresa. Così, tanto per fare un paragone in tema di credibilità o obiettività dell’informazione.


GRIMALDI — Un primo assaggio si è già avuto con i soliti roboanti annunci del dopodomani lanciati dal top management del gruppo proprio a Sorrento. Proviamo a riassumerli: investimenti per 400 milioni, dodici nuove navi (in quale arco di tempo?), otto delle quali già in costruzione (in realtà, sono stati firmati solo gli ordini), prime consegne dai cantieri cinesi entro il 2020, in arrivo dalla Grecia l’aliscafo più grande del mondo (bum!) e perfino la Superfast 12, definita genericamente “modernissima unità”.

Poteva mancare il fuoco d’artificio finale? Non poteva. Eccolo: “assumeremo non più solo 500 marittimi italiani, ma 1000”. Ma quando, come, in che tempi? Boh.

Intanto ne stanno lasciando a casa 200 a Napoli e a Catania, affidati al buon cuore di “Marittimi per il futuro”. Complimenti vivissimi. Al gruppo Grimaldi, ai sindacati e ai media compiacenti. E a quei politici, vecchi e nuovi, che fanno finta di niente, lasciando al solo Onorato il compito di difendere il diritto al lavoro dei marittimi italiani.