RAI: dai complotti contro Inciocchi, l’”usurpatore di Agorà’”, alle sciabolate di Chiocci all’USIGRAI; con le sinistre che addebitano anche l’amianto al centrodestra
E niente. Proprio non ce la fanno i post(?)comunisti della RAI a farsene una ragione della vittoria del centrodestra alle politiche del 25 settembre del 2022. Quindi, che anche all’interno dell’azienda di viale Mazzini (ancora per poco) gli equilibri devono cambiare.
Simona Agnes presidente? Non se ne parla: barricate ad oltranza, perché la figlia di Biagio Agnes ha “tradito” l’insegnamento paterno ed ha osato farsi candidare da Forza Italia. E questo è ormai stranoto.
Meno noti sono altri segnali. Prendete per esempio il caso di Roberto Inciocchi, il conduttore della nuova stagione di “Agorà’”.
Un signor professionista, che rispetta con grande equilibrio i temi e le presenze nel talk mattutino di Rai Tre. Ma per le sinistre aziendali, per gli orfani di Serena Bortone, Luisella Costamagna e Monica Giandotti, non è altro che un “usurpatore”.
Abituati a considerare “Agorà” come un possedimento politico privato, cercano con qualsiasi scusa di farlo “cecchinare” dai fiancheggiatori mediatici esterni. Il talk ieri è sceso dal solito 5% al 4 e rotti? Loro sono subito lì pronti a gridare allo scandalo e all’incapacità del conduttore. Mai nessuno che sottolinei come il Pd, capofila dei boicottaggi, mandi apposta a rappresentarlo le seconde e terze linee, proprio per sottolineare l’attuale scarsa considerazione della scelta editoriale che ha scalzato i “cocchi” del passato.
Per non parlare degli intralci a tutte le richieste per migliorare il livello del talk, che solo una macchina burocratica tutt’ora controllata dalle sinistre aziendali può silenziosamente garantire.
Inciocchi fa finta di niente e tira dritto, forte del fatto che almeno sulla rappresentatività dello schieramento politico in studio nessuno può imputargli la benché minima partigianeria verso l’odiato centrodestra.
Ma se Inciocchi evita le polemiche, in azienda c’è anche chi non le manda a dire. All’USIGRAI, per esempio. Ed è il direttore del TG1, Gian Marco Chiocci. Che al congresso del “sindacato rosso” dei giornalisti, ha stracciato a colpi di sciabola il velo d’ipocrisia che avvolge le polemiche e le critiche contro la linea politica della principale testata Rai. Rivendicando l’equilibrio certificato dall’Osservatorio di Pavia e denunciando i continui tentativi di ingerenza dei partiti d’opposizione (e dei loro militanti interni) nell’impostazione e nella fattura del tg.
Per finire, un avviso ai naviganti: sapete quale sarà il nuovo fronte d’attacco contro la Rai del centrodestra? L’amianto. I giornali di sinistra hanno già avviato la pratica. Articoli e articoli sul trasferimento coatto delle risorse da viale Mazzini.
Provvedimento inevitabile. Ma con pezzi d’appoggio in cui si sottolineano le responsabilità di presidenti, DG e CdA del passato, però senza mai fare nomi. Come se non fossero praticamente tutti appartenenti alle sinistre.