RAI, fu solo merito di Biagio Agnes il ritorno sullo schermo di Celentano; Maffucci se ne faccia una ragione

RAI, fu solo merito di Biagio Agnes il ritorno sullo schermo di Celentano; Maffucci se ne faccia una ragione

20 gennaio 2025

di Guido Paglia

Mi dispiace per la cattiva memoria di Mario Maffucci, ma ricordo perfettamente quando Biagio Agnes mi raccontò come nacque il “caso Celentano”, quel momento in cui ci fu una piccola grande rivoluzione nel mondo televisivo.

La premessa: cominciò tutto con la polemica di Pippo Baudo il 6 gennaio del 1987, con l’allora Presidente Rai Enrico Manca che accusò il conduttore di fare una tv nazionalpopolare e Baudo, stizzito, durante la finale di Fantastico 7 rispose: “da ora in poi farò una tv regional impopolare”. Combinazione, poco dopo, decise di andare a lavorare in Fininvest, ora Mediaset. Per scelta “artistica”, naturalmente, non biecamente economica.

Ci fu comunque un autentico attimo di smarrimento in Rai, ma giusto un attimo. Biagio tornò a casa e la sera stessa diede la notizia ai suoi famigliari. Era teso, nervoso, il telefono non smetteva di squillare… tutti a chiedere: cosa si fa ora?

Ma l’asso nella manica di Biagione era già pronto. Agnes con la sua famiglia era solito passare le vacanze di Natale sull’altopiano di Asiago. Tra gli altri illustri frequentatori, c’era proprio Adriano Celentano. Si incontravano spesso i due, si stimavano. E il “molleggiato”, che allora era il re degli incassi anche al cinema, prospettò ad Agnes un programma magnifico, quanto folle.

Quella frequentazione natalizia, il giorno dell’addio di Baudo alla Rai, si trasformò in una grande occasione. E a tarda sera all’ultima telefonata Biagio disse al suo interlocutore: ho la soluzione… è Adriano Celentano.

Nel libro-intervista “SamuRai”, appena uscito e già presentato alla Mondadori della Galleria Alberto Sordi di Roma, Mario Maffucci, allora capostruttura di Raiuno, rivendica a sé il merito di aver portato Celentano in Rai. Sono certo — proprio per le confidenze di Agnes — che Maffucci abbia vissuto il “caso Celentano” solo in un secondo momento, quando cioè i giochi erano già fatti. Forse non sapendo, che quella decisione venne presa in altri luoghi e in altri momenti, prima che lui ne fosse coinvolto.

E vale la pena di ricordare che quella prima serata, il 3 ottobre 1987, nata dalle frequentazioni natalizie, tenne incollati oltre 13 milioni di telespettatori (13.255.000) con il 63,03 per cento di share.

Un’altra invenzione “creativa” di Maffucci è che Ciriaco De Mita, all’epoca segretario DC, avrebbe commentato con Agnes la prima puntata di quel Fantastico 8 (di cui Biagione si era preso la piena responsabilità).

Parlai con lui a lungo dei suoi rapporti con De Mita (che non mi amava, in quanto capo della redazione romana del “Giornale” dell’odiato Berlusconi) e so — per sua stessa assicurazione — che Biagione di certo non discuteva con il leader DC dei contenuti dei programmi trasmessi in Rai. Di molte altre cose, certamente, ma non di cose per le quali De Mita non aveva alcun interesse e desiderio di mettere bocca.

Gli ho sempre creduto, perché posso giurare che non mi ha mai raccontato bugie.