Rai: quel silenzio assoluto sulla vittoria della Masini contro Gubitosi e la Andreatta

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Non è un mistero che all’ex DG della Rai, Luigi Gubitosi, piacessero molto gli anonimi per fare piazza pulita dei dirigenti scomodi. Non solo a lui, peraltro.

Anche alla “Direttora” della Fiction scelta col gradimento del Quirinale, Tinny Andreatta. Cioè quella stessa che ora la lobby di sinistra, rinforzata dal “clan“ Minoli-Bernabei, vorrebbero riportare trionfalmente in Rai da Netflix, addirittura come amministratore delegato.

E allora sarà il caso di parlare di una allucinante vicenda che riguarda quel leggendario tandem di amanti dell’anonimo. Perché proprio una settimana fa, naturalmente nel silenzio generale in azienda e sui media, la seconda sezione lavoro del Tribunale di Roma ha posto una pietra tombale sulla vera e propria persecuzione giudiziaria subita da una delle migliori e più stimate capostruttura di viale Mazzini in generale e della fiction in particolare: Paola Masini, sottoposta per otto anni ad ogni genere di soprusi sulla base -appunto- di accuse e linciaggi anonimi presi per buoni sia da Gubitosi che dalla Andreatta. Peccato che da tutte queste vicende giudiziarie la Masini sia sempre stata assolta con motivazioni esemplari. Tanto è vero che dopo essere stata rimossa dall’incarico e mandata in esilio prima al “Prix Italia” e poi in radiofonia, ha ora ottenuto il reintegro “nelle mansioni precedentemente svolte” o comunque “equivalenti”, oltre ad un congruo risarcimento per i danni materiali e morali subiti.

“Resta l’amarezza -è il comprensibile sfogo oggi della dirigente- per il fatto che i vertici aziendali del tempo, anziché sostenermi e difendermi da accuse infamanti e grottesche, propalate con falsi e contraffazioni, abbiano usato quelle accuse rivelatesi infondate contro di me”.

Ecco, questo sarebbe lo spessore della candidata AD che “piace alla gente che piace”. Direbbe Totò: “ma ci faccia il piacere, ci faccia!”.

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