Riordino carriere: Guerini volta le spalle al personale militare e lo lascia in braghe di tela
È di queste ore l’indiscrezione che cristallizza l’approvazione del correttivo al riordino delle carriere, prevista con molta probabilità venerdì, come l’ennesimo tiro mancino ai danni del personale del comparto Difesa. Un provvedimento che se ne infischia delle richieste pervenute dalle categorie più “deboli” del comparto, i graduati.
Il riordino dei ruoli è atteso da tempo. Molto più di Godot. Ma, a differenza dell’opera teatrale in cui si sa già che non arriverà mai, nel nostro caso la “presa in giro” del provvedimento è quanto di più infimo e subdolo si possa fare: si alimentano le speranze e poi disattenderle.
Tra le altre richieste rispedite al mittente, pare ci sia anche il famoso cambio di nomenclatura dei gradi di cui abbiamo discusso ampiamente da queste colonne. Una norma semplice, lineare, senza sforzi. Nemmeno quella!
Come se non importasse a nessuno, e in primis al ministro Guerini, della difficoltà oggettiva che si ha nel chiamare un graduato con una denominazione che non ridicolizzi l’intero apparato Difesa, in Italia e all’estero.
Eppure il ministro Guerini si era impegnato a sollevare la questione, aveva promesso di interessarsi della faccenda – anche se questo, in teoria, dovrebbe essere il suo impiego specifico: rispondere alle esigenze dei “suoi” ragazzi. Ma lasciamo perdere.
La cosa che lascia un attimo interdetti è che il ministro, durante l’incontro tenutosi con il Cocer, pare abbia chiesto a quest’ultimo di dargli una mano nel sollecitare le commissioni parlamentari affinché accogliessero le osservazioni e le volontà della Rappresentanza militare riguardanti il provvedimento in esame.
Ottenuto il sostegno del Cocer, tangibile nei pareri espressi dalle commissioni, il ministro che fa? Si tira indietro facendo spallucce e lasciando la situazione in uno stato melmoso dal quale sarà difficile uscirne in futuro.
A questo punto sarebbe meglio se il signor ministro Guerini leggesse bene i pareri delle commissioni parlamentari e chiedesse ai suoi tecnici cosa non ci sarà all’interno del provvedimento. Sarebbe opportuno anche che ascoltasse i parlamentari delle commissioni che – forse – hanno un quadro più chiaro dell’intera faccenda e hanno consapevolezza delle puntualizzazioni e delle proposte del Cocer.
In ogni caso, quello che desta maggiore perplessità riguarda proprio alcuni provvedimenti – ovvero le famose norme a costo zero, proprio quelle norme che Guerini aveva chiesto ai Cocer, i quali gliele hanno fornite su di un piatto d’argento – che pare non siano stati inseriti nel suddetto riordino.
E non ci ripeta la solita solfa dei soldi che mancano, della penuria delle risorse e via discorrendo. Questo lo sappiamo benissimo, come siamo capaci di intendere il significato di “interventi a costo zero”. Per chi padroneggia un minimo la propria lingua madre e ha fatto le scuole dell’obbligo sa decifrare che “costo zero” equivale a “senza costo”. Ciò significa che neppure questi provvedimenti voglio essere fatti!
Ministro, lei vuole davvero essere ricordato come il rappresentante della Difesa che non ha tenuto conto del malcontento del personale o peggio ancora come chi non ha avuto la forza e il coraggio di cambiare le cose?
Confidiamo che un uomo delle istituzioni come lei voglia lasciare ai posteri un ritratto più lusinghiero del proprio operato al ministero. Oppure dobbiamo credere che la politica e i loro rappresentanti siano sordi, ciechi e muti ai bisogni dei loro cittadini, per giunta di cittadini che si impegnano giorno dopo giorno in difesa del proprio Paese? Come sempre lasciamo la parola a Lei, affinché intervenga in maniera decisiva.