Roberto Fico, l’arroganza grillina e il “fine processo mai”
Il presidente della Camera Roberto Fico si è augurato che il Parlamento abolisca al più presto la prescrizione. Perché – motivazione che tradisce il livello di cultura che contraddistingue il suo movimento – è una cosa di cui beneficiano i ricchi che possono pagarsi gli avvocati migliori.
D’altra parte, come gli hanno insegnato al corso di grillismo, meglio riempirsi la bocca di banale ma altisonante populismo, piuttosto che sollecitare la velocizzazione dei processi. Ma per quella ci vuole tempo e fatica (quello del suo sodale ministro della Giustizia, Bonafede). Mentre la propaganda è facile e arriva subito alla pancia delle gente.
Finché Mattia Feltri, oggi dalla prima pagina de La Stampa, si è sentito in dovere di ricordargli che più che preoccuparsi di abolire la prescrizione (cosa che, è bene ricordarlo, oltre a paralizzare la giustizia cancellerebbe il diritto del cittadino a non essere sottoposto eternamente ad un giudizio) dovrebbe pensare agli innocenti finiti in carcere: 27.200 casi, dal 1992 al 2018. Più di mille ogni anno. E si parla solo di quelli risarciti: per loro lo Stato ha speso fino a oggi oltre 700 milioni di euro, pari a circa 28-30 milioni di euro in media ogni anno.
Insomma, è ora di finirla con i discorsi demagogici. Soprattutto se arrivano dalla terza carica dello Stato che presiede quella stessa Camera che ha approvato le leggi sulle quali oggi Fico e il suo movimento sputano senza rispetto.