
Sanremo, cosa c’è dietro la sceneggiata Mattarella-Benigni sul 75esimo della Costituzione: il “soccorso rosso” a Fuortes
È la mossa disperata della filiera Pd, per mantenere il controllo della Rai, quella che ha portato Benigni all’Ariston per comiziare sulla Costituzione alla presenza di Mattarella. E ora si tratta di capire se il Presidente della Repubblica sia stato protagonista attivo o solo il passivo della sceneggiata.
Perché lo scopo era evidente. Il sempre più traballante Fuortes ha capito che sul piano industriale può arrivare al capolinea della sua avventura in viale Mazzini e non sa più come salvarsi. È già successo con Campo Dell’Orto e i segnali si stanno moltiplicando.
Prima le assenze “strategiche” dei consiglieri sul budget (gli stessi che ieri hanno protestato per non essere stati avvisati dello show Mattarella-Benigni con la scusa del 75esimo della “Costituzione più bella del mondo”), poi le polemiche sul videomessaggio di Zelensky, quindi la mobilitazione di tutti i sindacati interni dei lavoratori e alla fine perfino la dura presa di posizione dell’ADRAI (il sindacato “giallo” dei dirigenti).
Tutti segnali inequivocabili, con sullo sfondo -appunto- gli interrogativi legati al discusso piano industriale e ai suoi molteplici aspetti economico-finanziari e gestionali. Per non parlare di quelli politici, con il partito di maggioranza relativa -FdI- escluso dal vertice aziendale (presidente, AD e CdA).
E’ così che è scattato il “soccorso rosso” del Pd, a cui fanno riferimento Fuortes, il direttore dell’ Intrattenimento nel prime time, Coletta e Lucio Presta, già candidato sindaco della sinistra a Cosenza e casualmente agente di Amadeus, Morandi e Benigni.
Curioso, no?
Il messaggio è chiaro: Fuortes va difeso alla morte, deve restare AD fino alla scadenza (giugno del ‘24), per garantire alla filiera del Pd il controllo della Rai e i ricchi budget ad artisti e agenti di sicura fede; che la Meloni ed il centrodestra si mettano l’animo in pace e non si azzardino a strumentalizzare il piano industriale.
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