Libano, la lettera denuncia dei militari: “Natale, a chi astice a chi un misero pezzo di panettone”

Caro direttore,
le scrivo questa lettera per segnalare quanto sta avvenendo in questi giorni nella base di Shama, nel Libano meridionale, per fa sì che anche per noi esista un po’ di giustizia.

Essere impiegati nelle missioni internazionali, a vista di molti, è un privilegio, un modo per arricchirsi guadagnando in un mese quello che i “comuni mortali” guadagnerebbero in sei.

Quasi nessuno, però, si domanda qual è la contropartita da pagare: stare lontano dai propri affetti, famiglie, figli, amici, nonni. Se poi ci aggiungiamo il rischio di beccarsi una pallottola o una bomba, beh la partita è chiusa.

Ma quanti potrebbero immaginarsi che anche un semplice pasto è da considerarsi un “lusso” che non spetta a tutti. È la domanda che alcuni “militari” si stanno ponendo nella base di Shama in Libano. Base nella quale è dislocato il Comando dell’intero contingente Italiano in Libano.

Ebbene sì, la base nella quale “vive” il Comandante del Contingente Italiano, dove “vive” il Direttore del Centro Amministrativo di Intendenza e dove “vive” il Comandante Logistico di teatro.

In parecchi si chiedono come mai, a pochi centinaia di metri, nella base di Al Mansouri che ospita il Comando Italbatt su base 3* rgt bersaglieri, i colleghi abbiano potuto godersi il meritato pranzo di Natale potendo mangiarsi addirittura l’astice servita nel piatto, antipasti vari, insomma un pranzo degno del Natale, mentre al “Comando” di Shama si è riusciti a malapena ad assaggiare un pezzo di panettone ottenuto dividendo i pochi panettoni distribuiti in 16 parti.

In quella base dove sono venuti a mancare persino i cornetti o il latte per le colazioni, ma non mancano mai le olive nere e il petto di pollo. Olive nere che ormai vengo messe ovunque, persino nell’agnello. La fettina di petto di pollo alla piastra, poi, una garanzia di presenza ad ogni pasto.

Ricette che a detta di alcuni potrebbero essere proposte a Masterchef e che verrebbero senz’altro apprezzate per il livello di “schifo” che riescono ad esprimere. Ma a quanto pare la cosa non importa.

I VIP vengono ospitati all’ENG club, dove le derrate di prima scelta non mancano mai e dove persino i cuochi non sono gli stessi che cucinano alla mensa dei comuni mortali. In tanti si chiedono a cosa sia dovuta questa situazione di disagio.

Cattiva gestione della mensa, dove lavorano più civili come lavapiatti che militari come cuochi e dove i cuochi e lo staff della mensa consumano il proprio rancio a termine del servizio di distribuzione non mangiando gli avanzi ma piatti ad hoc ben diversi da quelli serviti ai “comuni mortali”, o semplice compiacimento da parte dei Comandanti?

Eppure ci si aspettava di più. Appena poche settimane fa erano stati disposti due giorni di chiusura della mensa, per un grave problema di blatte che, a detta di alcuni, erano finite nei vassoi della distribuzione.

Troppi dirigenti e pochi cuochi, a detta di altri. A quanto pare su un organico di 16 addetti alla mensa, i veri cuochi si contano sulle dita di una mano e gli altri a fare i dirigenti o meglio dirigere il traffico dei civili che entrano ed escono dalla distribuzione per portare i vassoi vuoti al lavaggio.

Non sarebbe il caso che i Comandanti iniziassero a controllare l’operato dei responsabili e nel caso trovare per quest’ultimi una mansione più confacente alle proprie capacità?
Forse dovrebbero essere proprio i Comandanti a trovarsi un lavoro più adatto alle proprie capacità. Ma si sa, Comandare è meglio del…

Commenti

  1. Era questione di ore, da quando l’oscuro figuro in atteggiamento da “guapp’n’gopp’a munnezz” si aggirava nella base tutto si è cominciato a sgretolare. Qualcuno ha tentano di contrastare, ma è finito per rimetterci la pelle. Ai posteri l’Ardua sentenza. Suggerimento: più umiltà e meno saccenteria. Chi deve capire capisca. La Sassari non merita tutto ciò

  2. Purtroppo non basta declamare l’amicizia con la sindaca de Roma o diffondere posticci comunicati nuragici ridicolizzando il popolo sardo e sassarino per essere un bravo comandante. il malumore espresso dall’articolo é la punta del iceberg di un malessere cogente e tossico.

  3. «Dona un giocattolo, dona un sorriso» è lo slogan coniato dai militari italiani della missione Unifil per la speciale donazione di 1.600 giocattoli a bambini di famiglie libanesi. Questa è una delle tante iniziative portate avanti dal Comandante della Missione! Rammarica leggere queste becere offese degne di persone invidiose e prive di ogni buon senso. Poi mi chiedo: siamo sicuri che la storia sia andata veramente per come la leggiamo?

  4. In Italia ci sono lavoratori che da quasi un anno per colpa di una pandemia non sanno cosa portare da mangiare ai propri figli, e qualcuno si lamenta perché in una mensa militare c’è l’astice e in un’altra no?
    Ma anche fosse vero (e stento a crederci) , ma davvero in missione qualcuno si può lamentare di aver mangiato male?

  5. Ciao soldato ….a no scusa cane morto…vergognati x i pensieri malvagi che hai scrito detto pensato…guardati allo specchio e devi dire a voce alta…congetadi nn sei degno di vestire questa divisa….e con questa poesia…spero di nn aver mai condiviso nessun momento con te…o con voi…..

  6. Trovo veramente assurdo ” sempre se sia vero”, mettere sulle piazze pubbliche problemi di una missione, ormai oltre tutto quasi al termine per il cambio. I problemi se ci sono si risolvono in casa, molti di voi, forse proprio tu che scrivi, avrai pregato per FARTI inserire in teatro operativo. Con questa tua lettera hai rovinato 9 mesi di missione al tuo reggimento, le missioni sono gioia e dolori non è un compromesso è un sacrificio, lasciare i propri cari, le proprie abitudini per portare un po di luce nel buio di una popolazione devastata da varie dissicitudini.Caro amico mio anonimo dovresti rivedere il tuo credo il tuo giuramento e fare ammenda della figuraccia fatta fare a tutti quelli in divisa, oltre tutto in un periodo di crisi mondiale. In Italia molte persone si sono rivolte alla caritas per quel pezzo di panettone diviso in 16 parti, la missione non è una vacanza, li andrai al termine del tuo mandato, non mi resta che dirti vergogna.

    • Personalmente – lo dico sommessamente – trovo che questa “lettera” vada letta tra le righe (o tra le olive), e che di essa vada fatta una lettura non pshat~letterale, a quanto almeno a me pare evidente. Ad esempio, Astice potrebbe essere il nome di una nave dismessa a La Spezia e 16…16…etc…
      Un certo Kossiga diceva: esistono i sardo-muti e i falso loquaci… Massimo rispetto per i nostri SaSSarini!

  7. Comandante, non sarebbe il caso dare un segno degno dell’appellativo che noi tutti le abbiamo dato. Sono i suoi uomini a chiederglielo.

  8. Il troppo fa male!!!….Possono esserci queste differenze di trattamento tra le varie basi però Il tutto dipende da come vengono gestite le cose per svariati motivi, quindi c’è sempre un perché…
    Però solo chi ha visto bambini a piedi nudi nella neve e fango in una discarica e litigare per accaparrarsi un po’ di avanzi…solo chi ha visitato orfanotrofi in Afghanistan…solo chi ha mangiato Razioni da combattimento “k” per tre mesi…solo chi ha fatto una doccia dopo un mese PUÒ apprezzare anche le più piccole cose, un vecchio maglione, un paio di scarpe di qualche anno , SOLO chi ha capito non si lamenterà più…

  9. Bisognerebbe mandare questi cani morti in una delle tante basi avanzate “FOB” dell’Afganistan dove con orgoglio si affranta la missione senza troppi privilegi culinari. “Lassa su Cumandante”

  10. Onore alla brigata Sassari onore al nostro Comandante che porta in alto la nostra bandiera ovunque per il mondo .w l’ Italia .(basta con le fesserie e fuori le palle .)
    FORZA PARIS.

  11. Attualmente in Libano ma non della Sassari, volevo complimentarmi con il Comandante è il suo staff per come ha gestito e continua a farlo, l’emergenza Covid . Di sicuro nell’interesse della collettività molto più importante di un astice.

  12. In epoche neanche tanto remote gamba di legno costruì la sua miserabile carriera proprio in questa missione…. Premesso ciò in questa missione non è raro trovarsi gente cosidetta “eterogenea” proveniente dai reparti più disparati ed aggiungerei imboscati. Chi si prostra per una missione di sicuro non va, o non andava, in FOB in Afghanistan dove un vitto decente era un lusso…figuriamoci il resto.

  13. Non so chi abbia mandato questo articolo ma non mi risulta che i militari prendano uno stipendio come se lavorassero sei mesi in Italia, diciamo che è poco più del doppio, quindi in linea con le previsioni nazionali. Io sono stato impiegato in diversi teatri operativi ed è sempre stato così, con delle differenze per i teatri più pericolosi dove sale un po’. Le mense sono gestite dai singoli comandi e naturalmente sono diverse e non è da escludere che singoli gruppi si organizzino per festeggiare diversamente per proprio conto.

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