TERNA, il debito “nascosto” sotto l’albero: oltre 2 miliardi di euro non contabilizzati; ecco perché il titolo segna rosso Natale

TERNA, il debito “nascosto” sotto l’albero: oltre 2 miliardi di euro non contabilizzati; ecco perché il titolo segna rosso Natale

16 dicembre 2024

Altro che Terna, qui non riusciamo neanche a fare ambo. Il Natale si avvicina ma per la rete elettrica italiana c’è sempre meno da festeggiare. L’azienda di Stato che deve assicurare l’infrastruttura energetica italiana ormai da molti molti mesi è in balia delle onde, senza progetti futuri, attaccata al treno del fotovoltaico (ma il governo non era più cauto sull’argomento?), con gli investitori istituzionali che hanno ridotto le proprie posizioni e numerosi manager dell’azienda che sono emigrati altrove. Proprio in questi giorni che ci accompagnano alle feste tornano a risaltare agli occhi i risultati di Borsa.
Il titolo la scorsa settimana ha perso più di 2 punti percentuali e negli ultimi mesi ha segnato -4,46%. Per fortuna che era un titolo da cassettista. Per fortuna che “tanto Terna va da sola chiunque ci metti a guidarla”, dicevano alcuni in tempi di nomine. Non avevano calcolato il vecchio e saggio detto napoletano: quann’ ‘o mare è calmo, so tutt’ marenare.

In materia di energia il mare da qualche anno è in burrasca e al timone c’è chi il tema lo ha affrontato per la prima volta il giorno stesso della nomina a Terna. Verrebbe da pensare che allora Giuseppina Di Foggia è esperta di finanza. Ma così non sembra a vedere i risultati del titolo dell’azienda. Siamo andati a indagare su questo fenomeno così al ribasso di Terna e abbiamo trovato che qualcosa da cercare in effetti c’era. È sua maestà il Debito. Dalla trimestrale sembrerebbe tutto bene: 10 miliardi di debito a settembre del 2024 a fronte di 10,5 miliardi a settembre del 2023. Se però guardiamo al costo di questo debito scopriamo che il 2023 si è chiuso con oneri per quasi 118 milioni, in netta crescita (18%) rispetto al 2022. A settembre di quest’anno la situazione non migliora: siamo già a 105 milioni nei primi nove mesi rispetto agli 81 di settembre ’23. La proiezione ci dice che alla fine di quest’anno arriveremo a 140 milioni di euro. Praticamente più del doppio su base annuale rispetto a quanto si vedeva solo pochi anni fa. Ma forse è anche peggio di così.

A partire da febbraio 2022, Terna ha inaugurato uno strumento finanziario “ibrido”: tecnicamente sono debiti, ma vengono contabilizzati in modo particolare. Avendo lunghissima scadenza ed essendo subordinati agli strumenti ordinari, possono essere contabilizzati come equity anziché come debito. Ma è solo un lecito trucco. Debiti sono e debiti restano. La prima emissione con questo strumento è da 1 miliardo di euro (febbraio ’22) che è costata il 2,4%: a quel tempo un buon tasso di interesse. Ma poi di questi strumenti ne sono stati emessi altri due: uno da 650 milioni a luglio ’23, e uno da 850 milioni ad aprile ’24. A costo molto più elevato: rispettivamente il 3,9% e il 4,8%. Sia il debito che il costo relativo però non appaiono nei numeri comunicati, perché come detto sono contabilizzati altrove. Insomma, il bilancio lo “nasconde” senza contravvenire a nulla.

Ma quanto pesa allora questo debito non contabilizzato a conto economico? Rifacciamo i calcoli: le emissioni con questi strumenti sono state tre da 1 miliardi, 850 milioni e 650 milioni che sono costati 24, 40 e 25 milioni all’anno di interessi. In conclusione: il debito complessivo e reale di Terna non è di 10 miliardi come da trimestrale, piuttosto è di 12,5 miliardi. Tutto lecito, tutto nel rispetto dei principi contabili. Ma agli investitori istituzionali non piace giocare a tombola. Neanche a Natale. E allora potrebbe arrivare la Befana con un bel sacco di carbone.