Ugl, anno nuovo logiche vecchie

Ugl, anno nuovo logiche vecchie

02 gennaio 2018

Il 2017 si è chiuso per i dipendenti dell’Enas con il contentino dei due stipendi percepiti rispetto ai nove dovuti nella speranza che le rimanenti sette mensilità possano essere pagate, in questo 2018, da Acai, il nuovo socio di maggioranza di Enas.

Dal primo gennaio, infatti, entra in vigore l’accordo che ha sancito la fusione dei due patronati Enas e Acai e che vedrà anche un cambiamento nel Consiglio di Amministrazione di Acai con l’ingresso dei rappresentanti designati dall’Ugl nelle persone di Favoccia (vice di Capone), Mattei e Sangue (ex presidenti di Enas) e di Marzoli (amministratrice unica del Caf/Ugl).

Tralasciamo, per tornarci più avanti, la disamina dei nomi scelti dall’Ugl che evidenziano una logica precisa relativa alla “spartizione” degli incarichi elargiti dai vertici del sindacato.

Quello che ci lascia perplessi è la mancanza di direttive specifiche per i dipendenti dell’Enas che, nonostante tutte le assicurazioni natalizie, ancora non hanno indirizzi precisi soprattutto in ordine al fatto che tutti potranno rimanere a far parte del personale dipendente di Acai.

Anche nella nuova struttura ci risulta siano in atto movimenti strani di persone che sono interessate, alla luce dell’acquisizione di Enas, a scalare i vertici del patronato cattolico e forse i quattro nuovi consiglieri designati da Ugl potranno agevolare certe manovre.

Rimane il fatto che i lavoratori (ex) Enas potranno aver ricevuto anche i pacchi di Natale e partecipato ai rinfreschi pre-natalizi ma ancora non hanno garanzie su come e quando riceveranno gli stipendi arretrati e in quanti potranno rimanere come dipendenti.

Abbiamo notizia che già sono iniziate le procedure per chiudere alcuni uffici zonali come Bassano e Thiene e sicuramente altri ancora seguiranno le sorti di queste sedi zonali che, peraltro, facevano anche un punteggio adeguato. Girano bozze di verbali di conciliazione capestro che già sono stati respinti da alcuni dipendenti Enas.

In via delle botteghe oscure tutto questo sembra non interessare più di tanto se chi ha trattato la fusione Enas/Acai risponde, a chi glielo chiede, che ormai la palla è passata ai quattro rappresentanti dell’Ugl nel CdA di Acai.

Eccoli dunque coloro che dovranno essere “i garanti” delle promesse fatte da Ugl e che vedremo se saranno mantenute da Acai in ordine al pagamento degli arretrati e al mantenimento dei livelli occupazionali.

Certo leggere che i due ultimi presidenti dell’Enas, Mattei e Sangue, che non sono stati in grado di salvare l’Enas quando avevano incarichi apicali, oggi possano tutelare i loro ex dipendenti nella nuova veste di consiglieri di amministrazione (di minoranza) ci sembra molto improbabile.

Stesso discorso vale per la dottoressa Cinzia Marzoli, amministratore unico del Caf Ugl Srl, che gestisce un importante fonte economica dell’Ugl e che, da quanto si legge nel suo rispettabilissimo e professionalmente corposo curriculum vitae, ha ricoperto anche importanti incarichi in aziende partecipate dalla regione Lazio, incarichi avuti durante la presidenza di Renata Polverini che ricordiamo è stata anche segretaria dell’Ugl e forse qualche cosa sul disastro Enas può raccontare.

Lungi da noi mettere in dubbio le qualità professionali della dottoressa Marzoli ma una cosa è certa: non ha mai frequentato da vicino “il sindacato” e il patronato se non per tutelare gli interessi di una Srl collegata all’Ugl e quindi, forse, non ne conosce i problemi.

C’è poi l’ultimo della lista, Giancarlo Favoccia, il vice segretario di Paolo Capone che, da quello che ci risulta, ha votato in consiglio nazionale contro l’accorpamento tra Enas e Acai e che invece, folgorato per strada come San Paolo, oggi viene designato per rappresentarne gli interessi nonostante nei mesi passati fosse considerato un “problema” per Capone.

Ma la corsa al “caldo” delle poltrone non finisce qui perché pochi giorni prima di Natale sono stati rinnovati i Civ (Comitati di vigilanza) di Inps e Inail. All’Inps è stato spedito Claudio Durigon, anche lui vice di Capone e autore dell’accordo Enas/Acai ed ex (?) sostenitore della Polverini.

All’Inail è stato confermato Salvatore Muscarella che ebbe il suo momento di gloria quando si mise alla testa della rivolta contro il trio Capone/Cetica/Polverini che portò Capone alla segreteria generale nel 2014.

Oggi anche il buon Muscarella è rientrato nei ranghi e, sotto l’egida di Capone, è riuscito a mantenere il suo incarico al Civ di Inail. Sulle nomine nei Civ c’è da chiedersi come il Ministero del lavoro calcoli il grado di rappresentatività delle sigle sindacali considerato che l’Aran (Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) non riconosce l’Ugl come sindacato maggiormente rappresentativo e lo esclude dai tavoli negoziali con il governo poi nello stesso momento lo inserisce in negli organismi di vigilanza di due enti pubblici di fondamentale importanza per i lavoratori.

Misteri della politica italiana.

Rimane il fatto che ormai in via delle botteghe oscure risolto (per loro) il “problema Enas” sono tutti proiettati verso quei congressi che saranno celebrati senza ascoltare gli iscritti ma dando mandato alle vecchie strutture di “nominare” i delegati.

Chi pensava che l’anno nuovo avesse potuto cambiare le cose rimane deluso anche perché ormai, come dimostrano le nomine sopra menzionate, l’opposizione a Capone è stata completamente fagocitata e ridotta al silenzio. Da osservatori ci sarebbe piaciuto vedere che la “marcia indietro” operata dai rivoltosi del 2014 fosse il frutto di una ritrovata unità sotto il segno della condivisione organizzativa e politica ma questa “ammucchiata” è cosa ben diversa e lontana da ciò che la mozione “Ripartire dal territorio” si prefiggeva di raggiungere.

Vedremo cosa porterà realmente il 2018 ma se il buongiorno si vede dal mattino ha ragione quel dipendente dell’Enas che ci ha scritto che “la notte non finisce mai”. Buon anno.